Sono questi i totali raggiunti dall’economista francese Lucas Chancel, in un rapporto su ” Disuguaglianza nelle emissioni globali di carbonio Dal 1990 al 2020, pubblicato il 21 ottobre. Chancel è co-direttore del Global Inequality Lab presso la Paris School of Economics.
In numeri assoluti, questo dà una media di 31 tonnellate di anidride carbonica pro capite nel 2019 per il 10% più ricco, contro 1,6 milioni di tonnellate per la metà più povera della popolazione (o 3,8 miliardi di persone). Per quanto riguarda l’1% più ricco, finisce con una media di 110 tonnellate di anidride carbonica pro capite.
E ciò che non aiuta è che “Dal 1990, le emissioni sono aumentate dell’1% più velocemente delle emissioni di qualsiasi altro gruppo”. Questo, nonostante la crescita economica di molti dei cosiddetti paesi emergenti.
La stessa disuguaglianza è distribuita in modo non uniforme per continente: le emissioni medie in Europa, ricchi e poveri allo stesso modo, sono vicine a 10 tonnellate di anidride carbonica pro capite nel 2019, rispetto alle 20 tonnellate del Nord America. La Cina è vicina all’Europa, con 8 tonnellate pro capite. In Nord America, il 10% più ricco ha prodotto 73 tonnellate di emissioni.
L’autore suggerisce Questi numeri indicano l’importanza di una tassa sul carbonio, che non colpirà i maggiori emettitori quanto il segmento più ricco della popolazione. “In molti paesi ricchi, le emissioni pro capite della metà più povera della popolazione sono diminuite dal 1990, a differenza dei paesi più ricchi”. Di conseguenza, gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia sono già stati concretamente raggiunti per la metà più povera della popolazione. Il documento afferma che “in questi paesi, gli sforzi politici dovrebbero essere in gran parte diretti alla riduzione dei livelli di emissioni nella metà superiore della popolazione, in particolare nel 10% superiore”.
Secondo l’Inequality Lab, una tassa del 10% sul valore delle attività di carbonio detenute dai milionari di tutto il mondo genererebbe 100 miliardi di dollari all’anno. Questo è esattamente il contributo proposto nel 2009 dai paesi ricchi per aiutare i paesi poveri a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Il contributo in questione, dopo 12 anni di sforzi, non è ancora arrivato a tanto.
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