venerdì, Novembre 22, 2024
ScienzaE se il nostro cervello lo preferisce?

E se il nostro cervello lo preferisce?

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  • Il microbiota intestinale, dove vive tutta una miriade di microrganismi (batteri, virus, parassiti, funghi non patogeni), colpisce gran parte del corpo, come il sistema immunitario, il cervello, il sistema cardiovascolare o anche il sistema osseo.
  • L’ipotalamo controlla i sentimenti di fame ma anche sete, stress e temperatura corporea.

In Francia, il 17% della popolazione, ovvero più di 8 milioni di adulti, è obeso Ministero della Solidarietà e della Salute. L’obesità è un importante fattore di rischio per molte malattie, come le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2.

Spesso i motivi del sovrappeso sono la dieta troppo ricca e la mancanza di attività fisica. Ma, Uno studio pubblicato sulla rivista ScienzaIl 15 aprile evidenzia un altro fattore: la mancanza di recettori Nod2 nel cervello di alcune persone, il che potrebbe spiegare perché hanno sempre fame. ma perché ?

Prepararsi all’obesità a causa del nostro cervello

Secondo gli scienziati, la risposta viene dal dialogo tra il nostro cervello e i nostri microbi intestinali. Durante il giorno, il cervello e il microbiota intestinale si scambiano molte informazioni, inclusa la necessità di mangiare. In dettaglio, è l’ipotalamo che invia questo segnale. Ma gli scienziati osservano che l’assenza o la compromissione del recettore Nod2, presente sia nelle cellule immunitarie che nei neuroni dell’ipotalamo, promuove l’aumento di peso perché l’ipotalamo non può più trasmettere le informazioni corrette ai microrganismi. Pertanto, una persona che non ha più un recettore Nod2 o se è disfunzionale rimane affamato anche se ha mangiato abbastanza.

Un problema di salute pubblica globale

Per ottenere questo risultato, i ricercatori hanno condotto i loro esperimenti sui topi. Hanno scoperto che i roditori privi del recettore Nod2 mangiavano più degli altri e quindi tendevano a ingrassare. Finora non sono stati condotti studi clinici sull’uomo, ma gli scienziati ritengono che i risultati potrebbero essere simili.

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Secondo gli autori, la loro scoperta potrebbe spiegare che alcuni pazienti hanno maggiori probabilità di sviluppare bulimia, diabete o obesità. Un grave problema di salute pubblica perché, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2016 1,9 miliardi di adulti nel mondo erano in sovrappeso e 650 milioni erano obesi.

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