La Libia, afflitta da una cronica instabilità politica, è un terreno fertile per vari traffici illeciti. Il paese è attualmente diviso tra due governi rivali. Governo di unità nazionale (GNU) con sede a Tripoli, sostenuto dalle milizie locali e dalla Turchia, e dalla Camera dei rappresentanti in Bengasisupportato dalEsercito nazionale libico (LNA) del maresciallo Khalifa Haftarcon il sostegno militare e politico del Russiadel Emirati Arabi Uniti e delEgitto.
Il Maresciallo Haftarfigura chiave della scena politica libica, ha recentemente intensificato i suoi rapporti con Mosca. Là Russiacercando di estendere la propria influenza in Africafornisce alANL assistenza militare, anche attraverso gruppi paramilitari e consegne di armi. Questo supporto consente ad Haftar di mantenere il controllo sulla Cirenaica e sul Fezzan.
È in questo contesto che è avvenuta un’importante scoperta da parte delle autorità italiane. Durante un controllo al porto di Gioia TauroIn Calabriala guardia di finanza e la dogana italiana (Guardia di Finanza) sequestrati due droni MASCHIO (Altitudine media lunga resistenza) Cinesi, nascosti tra le pale delle turbine eoliche in sei container. Questi droni, identificati come Ala Loong II di peso superiore alle tre tonnellate ciascuno, erano destinati a Bengasiviolando così l’embargo sulle armi imposto all’ Libia dal Nazioni Unite.
Il sequestro è stato effettuato grazie alle informazioni fornite dall’ STATI UNITIche sottolinea il coinvolgimento internazionale nel monitoraggio del traffico di armi verso l’ Libia. Inoltre, questo caso sembra essere collegato a un’indagine canadese che ha rivelato una rete coinvolta nella vendita illegale di droni e attrezzature militari cinesi al Libia. Un residente del Quebec, ex dipendente dellaOrganizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile (ICAO)è stato arrestato per il suo ruolo nel complotto, che mirava anche a vendere petrolio libico a entità sanzionate.