Dopo l’obiettivo degli italiani di vincere la finale del Campionato Europeo, le chiese da Little Italy a Montreal hanno suonato le campane per inaugurare una notte di festa. La comunità italiana di Montreal ha scatenato il giubilo per l’ultima tappa di Gianluigi Donnarumma.
Confermata la vittoria, la folla radunata davanti al maxischermo del Parco Dante ha fatto salti di gioia. Chi ha assistito alla partita nei bar e nei ristoranti ha rapidamente conquistato il quartiere, alleviandosi dallo stress accumulato durante la giornata. Rue Dante e Saint-Laurent Boulevard, per l’occasione pedonalizzati, hanno riempito il tempo per dirlo con un gruppo di tifosi acclamati.
Sfilate spontanee all’angolo di una strada, rivoluzionari vestiti da legionario romano o da papa, poi cortei di carri ricoperti dei colori d’Italia, suonano come possono i loro clacson, commuovendo la folla. “Italia! Italia! Italia!” La gente applaudiva ovunque, anche sui balconi e sui tetti. Diversi ma discreti agenti di polizia hanno osservato da lontano la pista da ballo all’aperto che era diventata Boulevard Saint Laurent, intervenendo solo per rimuovere il fumo dal sito.
Sotto il suo cappello ricamato Campioni Giuseppe Pacheto ringrazia il divino per aver ascoltato le sue preghiere. “Abbiamo mostrato qualcosa agli inglesi. Gli inglesi hanno perso contro gli italiani in patria! Ma abbiamo passato il pomeriggio per esempio”, dice, tenendosi il cuore.
Perché prima di arrivarci, i fautori della formazione italiana riuniti nel giardino di Dante hanno provato tutta una serie di sentimenti. Dopo l’amara sorpresa con un gol a inizio gara, volti ridotti al 67NS Accurato. Quando iniziò l’imperdonabile sbarramento, la tensione aumentò così tanto da diventare tangibile: saltò, urlò, si morse le unghie e indicò in modo tale che solo gli italiani avessero il segreto.
Poi tutti si rilassarono rumorosamente per la gioia. “Il cuore batteva così forte”, esclama Camilo Vitrilli, tifoso di lunga data del Nacional, che aveva il campionato in tasca. Sottolinea che questa vittoria avviene nella stessa data della Coppa del Mondo 1982, il che è la prova, secondo lui, che la vittoria è stata garantita fin dall’inizio. “La vittoria va molto a coach Mancini, secondo la sua analisi. Ha vinto 34 partite di fila. Con lui non abbiamo mai perso. L’orchestra aveva un buon direttore”.
Poco dietro di lui, David Gerrard tiene in mano una bandiera inglese. Non era troppo deluso dalla sconfitta della sua squadra, elogiando invece l’atmosfera a Montreal nelle notti di festa. “Senza essere un fan o non essere un fan, diventi un fan per le strade di Montreal. Non c’è nessun altro posto come Montreal per festeggiare. Che vinciamo o perdiamo, celebriamo. Sono un perdente, ma sono festeggeremo comunque».
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