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dopo la morte di Vialli e Mihajlovic, una leggenda italiana punta il dito contro il doping

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dopo la morte di Vialli e Mihajlovic, una leggenda italiana punta il dito contro il doping

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Queste parole potrebbero far parlare la gente. Nelle ultime settimane il calcio italiano è stato terribilmente straziato dalla morte di Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlović. I due ex giocatori avevano contratto gravi malattie, ovvero il cancro al pancreas per il primo e la leucemia per il secondo. Dopo aver giocato con la nazionale italiana e la nazionale serba, Dino Baggio (60 presenze con l’Italia) si è interrogato sulla loro morte il TV7 vedere un possibile legame con il doping. Una terribile testimonianza che forse potrebbe smuovere gli animi, quando sul calcio italiano di fine anni ’90 e inizio 2000 gravavano pesanti sospetti.

“Ha lasciato le nostre vite troppo presto. Dovremmo indagare sulle sostanze che abbiamo assunto durante questo periodo. C’è sempre stato il doping. Bisogna capire se certi integratori hanno fatto male nel tempo. Ho anche paura, succede a troppi giocatori. Ho dei ricordi bellissimi di Gianluca, era un uomo nello spogliatoio e voleva far crescere i giovani. Ero nella sua squadra quando avevo 21 anni e aveva sempre una buona parola per noi. Dobbiamo tornare a ciò che assumiamo, indagare sulle sostanze che assumiamo in questi momenti. Non so se sia per questo, ma il doping è sempre esistito. Succede a troppi giocatori. Ai miei anni c’era il doping. Non hai preso cose strane, hai preso cose normali, ma poi devi vedere se col tempo il tuo corpo le spinge fuori o se restano dentro. »

riassumere

si chiedeva Dino Baggio dopo la prematura scomparsa di Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlovic. L’ex nazionale italiano si interroga sui possibili legami con il doping, mentre si evolveva con i due giocatori.

Arnaud Dechelotte

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