Il team Vini Zabu rinuncia ufficialmente al Giro. “La squadra ha, infatti, concordato con il proprio sponsor principale di non partecipare al Giro d’Italia, sebbene abbia dimostrato agli organi competenti di aver preso le misure più diligenti per la lotta al doping.“, specifica in un comunicato la formazione italiana, una delle tre che aveva ricevuto l’invito dall’organizzatore RCS. Il suo corridore italiano Matteo De Bonis è stato dichiarato positivo all’EPO dopo un test fuori gara il 16 febbraio. Il secondo caso di doping in cinque mesi per questa squadra di seconda divisione: il suo connazionale Matteo Spreafico è risultato positivo due volte nell’ottobre 2020 durante il Giro.
Vini Zabu, che rischia la sospensione dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), si è auto-sospeso in seguito all’annuncio del controllo positivo di De Bonis. “L’indagine interna ha confermato la totale assenza di pratiche abusive da parte dei piloti e di tutta la squadra.“, assicura comunque questa formazione il cui invito al Giro aveva destato lo stupore del Movimento per un ciclismo credibile (MPCC).
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“Questa squadra italiana, comparsa nei pelotoni nel 2009, ha ora nove procedure in dodici anni.“, ha individuato l’Mpcc all’inizio di aprile dopo la rivelazione del controllo di De Bonis”.Le sostanze incriminate sono prodotti ogni volta pesanti e conosciuti (5 casi di EPO, 2 casi di ormone della crescita, 1 caso di clenbuterolo, 1 caso di ostarina).“Quest’anno, gli organizzatori dei tre grandi Tour (Francia, Italia, Spagna) hanno avuto una deroga dall’UCI che permetteva loro di invitare una squadra in più, cioè 23 squadre.
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