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Dimissioni di Mario Draghi | L’Italia è stata chiamata alle urne questo autunno

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(Roma) Non appena la pagina di Draghi è stata voltata, l’Italia si trova già in campagna elettorale con la decisione di giovedì del presidente Sergio Mattarella di sciogliere il parlamento, provocando le elezioni anticipate che si terranno il 25 settembre.

Aggiornato ieri alle 12:42

Gildas LE ROUX e Gael BRANCHEREAU
Agenzia media francese

“La situazione politica ha portato a questa decisione”, ha detto Mattarella in un breve discorso televisivo, riferendosi alle dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi dopo la defezione giovedì scorso di tre grandi partiti dalla sua coalizione durante un voto di fiducia al Senato.

“La discussione, il voto e le modalità con cui questo voto è stato espresso ieri al Senato hanno messo in evidenza la fine del sostegno parlamentare al governo e l’assenza di prospettive per la nascita di una nuova maggioranza”, ha spiegato. , pur rendendo omaggio agli “sforzi compiuti in questi 18 mesi” dal Sig. Draghi.

Queste elezioni legislative per rinnovare il Senato e la Camera dei Deputati si svolgeranno il 25 settembre, secondo fonti del governo.

L’arcifavorito alle prossime elezioni è la cosiddetta coalizione di “centrodestra”, che riunisce Forza Italia, il partito di destra di Silvio Berlusconi, e l’estrema destra rappresentata dalla Lega del tribuno populista anti-migranti Matteo Salvini e Fratelli d’ Italia.

Fratelli d’Italia, partito postfascista presieduto da Giorgia Meloni, è in testa alle intenzioni di voto, con quasi il 24%, davanti a Pd (22%) e Lega (14%), secondo un sondaggio di l’istituto SWG ha svolto il 18 luglio. Forza Italia raccoglierebbe il 7,4% dei voti e il Movimento 5 Stelle (M5S, populista) l’11,2%.

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Fino a nuovo avviso, il governo dimissionario guidato da Mario Draghi resta in carica per occuparsi di attualità.

L’estrema destra “pronta”

Le dimissioni dell’ex capo della Banca centrale europea erano diventate inevitabili dopo che Forza Italia, Lega e M5S si erano rifiutate di partecipare al voto di fiducia chiesto mercoledì dal capo del governo al Senato.

Mario Draghi si è detto pronto a rimanere al suo posto a condizione che i partiti della sua coalizione si mettano in fila attorno a un “patto” di governo, già messo a repentaglio la scorsa settimana da una prima defezione dal M5S. La loro risposta è stata feroce.

Arrivato alla guida del governo nel febbraio 2021 per far uscire l’Italia dalla crisi sanitaria ed economica, Draghi, 74 anni, ha presentato il 14 luglio le sue dimissioni al presidente Mattarella, che le ha subito rifiutate.

Mario Draghi riteneva nullo il suo governo di unità nazionale, che va dalla sinistra all’estrema destra, dopo la crisi provocata dalla defezione lo stesso giorno durante una votazione chiave, già al Senato, del M5S, una formazione affrontata con forte dissenso interno e un’emorragia di parlamentari.

Ma il suo appello è stato ignorato dai pesi massimi della sua coalizione, già con gli occhi puntati sull’imminente campagna elettorale. Alla fine, solo il centro e la sinistra incarnati dal Partito Democratico (PD) sono rimasti al suo fianco fino alla fine, tra l’altro perché temono più di ogni altra cosa elezioni anticipate dove saranno battuti dalla destra in tutti i sondaggi d’opinione.

“Siamo pronti. Questa nazione ha un disperato bisogno di riguadagnare coscienza, orgoglio e libertà”, ha twittato giovedì Giorgia Meloni, giornalista di formazione di 45 anni che potrebbe diventare il prossimo capo del governo italiano.

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Una prospettiva che preoccupa i partner europei dell’Italia perché, senza difendere un’uscita dall’Ue, Fratelli d’Italia auspica una revisione dei trattati e la sostituzione dell’Unione con una “confederazione di Stati sovrani”. Non chiede l’uscita dall’euro, ma chiede una riforma radicale della Bce.

Anche Ue e Nato stanno perdendo un “pilastro” in Mario Draghi, prezioso alleato nel sostegno all’Ucraina contro Mosca, e temono l’ascesa al potere del russofilo Matteo Salvini.

I mercati stanno esaminando attentamente la situazione della terza economia più grande della zona euro. Lo “spread”, la differenza osservata con attenzione tra i tassi di interesse a dieci anni tedeschi e italiani, è salita a 240 punti base, toccando il massimo da metà giugno.

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