Il Quirinale interviene sulle tensioni tra Italia e Francia intorno alla questione dei migranti. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, in cui hanno sottolineato “la piena collaborazione in tutti i settori”, sia bilateralmente che all’interno della comunità. A quanto pare, è emerso che esiste una volontà generale di riprendere la cooperazione senza entrare nei dettagli dei problemi da risolvere.
Colloquio telefonico tra il Presidente #Mattarella 🇮🇹 e il Presidente della Repubblica Francese carattere #lunghezza 🇮🇹: pic.twitter.com/2oKp1zTWEF
— Quirinale (@Quirinale) 14 novembre 2022
La notizia della telefonata tra Mattarella e Macron è stata annunciata in un comunicato stampa congiunto diffuso dalle due presidenze e pubblicato sulle homepage dei siti del Quirinale e dell’Eliseo.
Lo stesso giorno, il ministro degli Esteri Antonio Tajani è arrivato alla sede del Consiglio europeo a Bruxelles per partecipare al Consiglio Affari Esteri. sttu richiedi l’italiano di cui abbiamo parlato I flussi migratori nel Mediterraneo centrale e la crisi scoppiata con la Francia intorno all’oceano Nave vichinga. “Il sentire comune – ha detto Tajani al termine del Consiglio dell’Ue e dell’incontro con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola – è che sia necessaria una soluzione europea” per regolare i flussi migratori. Il Consiglio Affari Esteri, prosegue Tajani, “si è svolto con molta calma. Come l’Italia abbiamo sollevato la questione dell’immigrazione, che è un problema europeo, non Italia e Francia, Italia e Germania. Sono stato molto chiaro: ho ribadito che il problema per noi va affrontato e risolto a livello comunitario. Non c’è solo immigrazione attraverso la rotta mediterranea, ma anche attraverso la rotta balcanica. Questo riguarda molti paesi. Tajani ha chiesto una riunione congiunta dei ministri degli Esteri e dell’Interno.
Alla domanda sulla questione delle ONG e dei soccorsi in mare, Tajami ha affermato che il codice di condotta per le ONG che lavorano in mare deve essere “rafforzato”. In Consiglio, dice Tajani, “ho sollevato la questione dell’arrivo dei migranti che arrivano nel nostro Paese con le barche delle Ong, e ho ricordato quanto scritto da Frontex nell’ultimo rapporto: sono barche che non fanno soccorso in mare, ma tu hai gli appuntamenti con i trafficanti di esseri umani in mezzo al Mediterraneo che portano persone e le scaricano sulle navi delle Ong, questo deve essere controllato e regolamentato dall’Ue: c’è un codice di condotta e secondo noi va rafforzato», conclude.
La questione degli sbarchi e la distribuzione dei migranti soccorsi in mareCome ha ricordato oggi il principale portavoce della Commissione, Eric Mamer, è di competenza del Consiglio Affari interni che riunisce i ministri dell’Interno, e non il Consiglio Affari Esteri, che è competente per la dimensione esterna delle migrazioni (rapporti con i paesi di origine e di transito dei migranti).
Una riunione ordinaria del Consiglio “Affari interni” è già prevista per l’8 settembre. prevista per dicembre.
Ue, quando si parla di soccorsi in mare non c’è differenza tra navi Ong e altre
L’Italia è “il principale beneficiario” del “meccanismo volontario di solidarietà” per il reinsediamento dei migranti, con “Francia e Germania” come partner principali. Finora sono stati reinsediati dall’Italia verso altri Paesi “117 migranti”, “so che il numero non sembra molto, ma abbiamo 8.000 impegni” per il reinsediamento. È un meccanismo che “funziona”. Lo ha detto la portavoce della Commissione europea per gli affari interni, Anitta Hipper, durante la conferenza stampa a Bruxelles.
“Non facciamo distinzioni” tra navi Ong e altre, “c’è un obbligo legale chiaro e inequivocabile: le vite umane devono essere salvate, qualunque siano le circostanze che mettono le persone in una situazione difficile”.
Domenica si sono visti anche gli strascichi della crisi ancora irrisolta tra Francia e Italia, Parigi ha alzato nuovamente la voce definendo “Giorgia Meloni la grande perdente in questa situazione”, domenica Berlino ha schierato gli aiuti umanitari. “L’impegno delle Ong merita il nostro ringraziamento e il nostro sostegno”, ha twittato l’ambasciatore tedesco in Italia Viktor Elbling, mentre il Bundestag finanzierà due milioni di euro all’anno la tedesca United4Rescue, che si appresta a schierare la nave umanitaria Sea Watch 5.
Anche l’Italia non è stata esclusa: “Il governo è pronto a reprimere lo sbarco”, aveva rilanciato il vicepremier Matteo Salvini, mentre il ministro degli Esteri Tajani, pur ripetendo le ragioni di Roma, sembrava stringere la mano ai francesi: “Siamo pronti a parlare in Parigi e porre fine a una controversia che non è iniziata con noi”. Un incontro tra il premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron “al momento non è previsto” al vertice del G20, che si apre martedì a Bali, aveva annunciato Tajani, ma il premier italiano aveva già annunciato la volontà di dialogare “per mettere soluzioni il tavolo” venerdì scorso, ma la Francia non aveva segnalato alcun segno di apertura fino alla telefonata di oggi tra Macron e Mattarella.
Il portavoce del governo francese Olivier Véran aveva confermato che Parigi non avrebbe fatto quanto previsto, ovvero accogliere “poco più di 3.000 persone” sbarcate in Italia, “di cui 500 entro la fine dell’anno”. quadro del meccanismo di solidarietà. E l’attuale schema europeo, deciso lo scorso luglio, è sostenuto anche dal governo socialista di Pedro Sanchez, che pure domenica non ha firmato la mozione per cambiare marcia sulla questione migratoria presentata da Italia, Grecia, Malta e Cipro. .
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Gli sbarchi autonomi sulle coste italiane non si fermano. Circa 650 persone immigrati, proveniente principalmente dal Medio Oriente, è arrivato domenica al porto di Roccella Jonica. E a fine mattinata, dopo una complessa e articolata operazione di soccorso in mare effettuata dalla Guardia Costiera, sono arrivati 263 migranti di diverse nazionalità. Negli ultimi 16 giorni, nella sola Roccella, erano già avvenuti altri 11 sbarchi.
Poco dopo le 6 del mattino nel porto di pozzallo (Ragusa) Sono arrivate altre 78 persone immigrati salvato dalla guardia costiera in due uscite a circa 40 miglia da Portopalo di Capo Passero.