L’Italia si sta preparando alla deconfinazione, e non è facile. Mario Draghi, presidente del Consiglio italiano, lunedì ha incontrato i presidenti di regione e non si è deciso di allentare immediatamente le misure, nonostante un lieve calo del numero di contaminazioni nell’ultima settimana. Anche se rientra nei criteri, nessuna regione passerà da una zona rossa o arancione a una zona gialla, sinonimo di limitazioni alla luce, prima di martedì 6 aprile. Al contrario, eccezionalmente, l’intera penisola vivrà nel fine settimana di Pasqua nel zona rossa, cioè confinata.
Saranno mobilitati 70.000 agenti di polizia
Per la celebrazione più importante del calendario cattolico, 70.000 agenti di polizia saranno mobilitati per prevenire raduni e ristoranti clandestini, nonché per far rispettare il divieto di lasciare la propria regione. Sabato sarà anticipata la veglia pasquale per rispettare l’orario di coprifuoco e, domenica, durante le messe non si svolgerà la cerimonia del lavaggio dei piedi. Il lunedì saranno vietati i tradizionali picnic con gli amici.
Grave la situazione al di là delle Alpi, dove si contano 20mila contaminazioni giornaliere e dove lunedì l’epidemia ha fatto 417 vittime. Questo mercoledì si terrà un Consiglio dei ministri durante il quale si decideranno le misure da martedì 6 aprile. Se i partiti di destra chiedessero una riapertura parziale, soprattutto dei ristoranti, il governo potrebbe fare altre scelte. Alcune popolazioni, infatti, si trovano in una situazione di estrema vulnerabilità. Solo il 10% dei 70-80 anni è stato vaccinato. Già il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato martedì che le persone, anche italiani, di ritorno da un Paese dell’Unione europea, saranno poste in quarantena per cinque giorni.
Inchiesta aperta in Sicilia
Mentre, durante il primo ricovero, un anno fa, l’accettazione delle norme sanitarie di allontanamento era forte, vengono sollevate controversie. Martedì abbiamo visto centinaia di auto e furgoni di operai nei mercati, chiusi dalle autorità, che bloccavano alcune arterie di Napoli.
Inoltre, sono scoppiati scandali. È stata aperta un’indagine contro l’assessore alla salute della regione Sicilia, Ruggero Razza, che avrebbe consapevolmente ridotto il numero di contaminazioni in questo autunno per evitare che la regione, o alcune zone di essa, si dondolassero. nella zona rossa.