A Ventimiglia il negozio di Mario è sempre pieno. Nei contenitori, caramelle e cioccolatini da far girare la testa. E al centro della vetrina, ben esposta, la calza della Befana. Pieno di dolciumi, finirà nelle mani dei bambini italiani, per festeggiare l'Epifania.
“Un calzino, per favore.”, ordina un cliente, desideroso di mantenere la tradizione. Se alcuni sono già pieni, è possibile realizzarli da soli.
Caramelle o carbone?
La Befana è rappresentata da una donna dal naso adunco munita di scopa, che porta dolciumi ai bambini. Vestita con un ampio vestito, un grembiule e una sciarpa, passa tra i tetti e i camini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, si intrufola e riempie i calzini dei piccoli italiani di caramelle e altri dolciumi. Ma non solo. Coloro che non sono stati saggi ricevono carbone. È consuetudine lasciargli un piatto, un mandarino o un'arancia e un bicchiere di vino. Al risveglio i bambini scoprono il piatto che hanno mangiato.
Doni di buon auspicio
“La Befana è il simbolo dell'anno appena trascorsopossiamo leggere sui siti ad esso dedicati. I doni che porta sono un segno di buon auspicio per il prossimo anno..” La leggenda narra che il personaggio della Befana nacque da un incontro con i Re Magi.
Sulla strada per Betlemme, una notte incontrarono una vecchia che indicò loro la strada. Invitata a seguirli, ha rifiutato.
Un po' più tardi, provando rimorso, riempì un sacchetto di dolcetti e partì a cercarli. Senza successo.
Delusa, distribuì i dolci raccolti ai bambini delle case lungo il suo percorso. È nata la Befana.
Dall’Epifania alla Befana
Il nome Befana deriva dalla parola Epifania, “Epifania” in italiano, specifica il quotidiano italiano La Repubblica. Il quotidiano spiega poi: “Le tradizioni popolari hanno trasformato la parola “Epifania” in “pifania”, poi “bifania”, e ancora “befania” per finire con “befana”.