(Washington) Giovedì sono aumentate le pressioni sulla deputata statunitense eletta democratica Ilhan Omar, che è stata sospesa in passato per i suoi commenti su Israele ed è ora criticata dai suoi colleghi per aver messo lo stato ebraico “su un piano di parità”. Gli Stati Uniti, Hamas e i talebani.
“Abbiamo visto atrocità inimmaginabili perpetrate da Stati Uniti, Hamas, Israele, Afghanistan e talebani”, ha dichiarato lunedì su Twitter il rappresentante eletto della Camera dei rappresentanti.
Un gruppo di democratici ed ebrei eletti alla Camera dei rappresentanti ha rilasciato raramente una dichiarazione mercoledì sera molto critica nei confronti dei loro compagni musulmani, di origine somala.
“Mettere gli Stati Uniti e Israele sullo stesso piano di Hamas e dei talebani è tanto offensivo quanto sbagliato”, hanno scritto decine di parlamentari.
Ha avvertito che se i due paesi erano “imperfetti e meritano critiche a volte”, allora “le equazioni sbagliate riguardano i gruppi terroristici”.
La loro confusione “nel migliore dei casi offende l’argomento che intendeva sostenere e nel peggiore riflette pregiudizi radicati”.
Esortiamo il rappresentante Omar a chiarire le sue parole. ”
La 38enne eletta giovedì ha denunciato l’iniziativa “vergognosa” dei suoi colleghi, perché non l’hanno contattata direttamente.
“Gli stereotipi anti-Islam in questo comunicato stampa sono offensivi”, ha scritto su Twitter, dopo essere stata affascinata da “un torrente di minacce di morte”.
Anche i suoi critici repubblicani sono stati espulsi, alcuni dei quali chiedono un voto per rimuoverla dal suo posto nella commissione per gli affari esteri della Camera.
Nel 2019, è stata trattenuta alla Camera dei Rappresentanti per il suo sostegno alla campagna internazionale per il boicottaggio di Israele, che alcuni sostenitori dello stato ebraico considerano una forma di antisemitismo. Ha poi affermato che la lobby filo-israeliana AIPAC stava finanziando i politici americani per sostenere questo paese mediorientale, suscitando nuove accuse di intolleranza.
Il tweet sull’origine della controversia è arrivato dopo uno scambio di lunedì durante un’audizione per il capo della diplomazia statunitense Anthony Blinken. Poi l’ho interrogato sulla Corte Penale Internazionale.
Giovedì si è difesa “citando un fascicolo aperto contro Israele, Stati Uniti, Hamas e talebani presso la Corte penale internazionale che non vale paragone e non nasce da ‘pregiudizi radicati'”.
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