L’Europa all’alba del nuovo anno. Dopo la Germania o la Spagna, oggi focus sull’Italia. José-Manuel Lamarque è con Daniele Zappalà, corrispondente da Parigi del quotidiano “Avvenire”.
Come vivono questo nuovo anno gli europei, come lo affrontano? Oggi l’Italia con Daniele Zappalà, corrispondente italiano a Parigi per il quotidiano Avvenire.
franceinfo: Come si sentono gli italiani in questo nuovo anno 2023?
Daniele Zappala : Dipende di quale Italia stiamo parlando. Per i tifosi, per gli appassionati di calcio, questo Mondiale in Qatar si allontana, è un po’ un peccato non aver vinto ovviamente, e quindi alla fine, ci siamo detti casualmente, rimaniamo di fatto campioni d’Europa.
È un inizio d’anno all’insegna dell’introspezione. Perché sì, un fatto c’è stato: la morte di Papa Benedetto XVI. E la morte di un papa è ancora un grande evento per gli italiani. Non dobbiamo dimenticare che il papa è anche primate d’Italia, arcivescovo e metropolita della provincia di Roma. C’è quindi un legame non solo geografico, ma anche consustanziale con l’Italia.
E in più è la prima volta che un papa celebra i funerali di un altro papa emerito. Certo, è stato anche un momento, come di consueto, di interrogativi sul rapporto che gli italiani hanno con la Chiesa, con la religione, in particolare, come sappiamo dopo questo avvio di governo di Georgia Meloni, che, ovviamente, ha fatto anche molto rumore per le sue posizioni in merito ai migranti. Sappiamo che la linea del governo italiano è ben lungi dall’essere vicina a quella propugnata fin dall’inizio del pontificato da papa Francesco. Quindi tutto questo alla fine ha contribuito a riempire i giornali italiani.
Ma la guerra, la crisi energetica, il futuro dell’Europa, dove sono gli italiani?
Sicuro. E c’è anche preoccupazione per l’inflazione, che sta colpendo duramente il portafoglio. E in realtà è in corso un intero dibattito sui prezzi del carburante. Perché, è vero, il governo ha provveduto a cercare di ridurre questo disegno di legge. I prezzi sono saliti alle stelle e tanti italiani stanno lottando per sbarcare il lunario. È stato un anno molto teso. Ci aspettiamo gesti più forti, e li pretendiamo forte e chiaro.
Ascoltandovi, troviamo sempre questa genialità italiana. Gli italiani hanno sempre questa primavera, anche se le cose vanno male. Anche se ci sono problemi, li superiamo. C’è ancora voglia di vivere?
C’è soprattutto, non dimentichiamolo, l’arte, come si dice, di sistemare le cose, di tirarsene fuori. Comunque vada, sappiamo che l’Italia uscì dalla seconda guerra mondiale in ginocchio. È stato un Paese molto colpito da questa guerra e in pochi anni l’Italia è diventata una potenza economica, la terza in Europa. Si chiamava il miracolo italiano. Ma credo sia anche la conseguenza, forse di questo atteggiamento positivo, e comunque di questa capacità di arrangiarsi.
Il miracolo italiano, siamo ancora in questa magia italiana, per esempio, i “furbi” e i “fessi”…
Sì, questo fa parte della sociologia italiana, in particolare, va detto, napoletana. Da una parte ci sono appunto i “furbi”, quelli che fanno sempre di tutto per truffare, o comunque per uscire da qualsiasi situazione. E i “fessi”, appunto quelli che si fanno fregare. E quindi è un tema classico del cinema italiano, che ha fatto la fortuna delle commedie degli anni ’60 e ’70, ma è anche qualcosa che fa parte della sociologia italiana, nel bene e nel male.
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