L’aumento dei prezzi gonfia le entrate fiscali indirette nonostante la crescita rivista al ribasso.
Roma
Al momento dell’ascesa al potere, Mario Draghi scommetteva sulla riduzione del debito dell’Italia attraverso la crescita piuttosto che il rigore di bilancio. E il suo primo anno gli ha dato ragione, con il debito che è passato dal 155,6% del PIL nel 2020 al 150,8% nel 2021, grazie alla crescita del 6,6% dello scorso anno. Ma, con l’esplosione dei prezzi dell’energia e le difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime, la crescita si è improvvisamente arrestata, costringendo il governo a rivedere radicalmente le previsioni per quest’anno, dal 4,7% previsto sempre lo scorso settembre. infine il 3,1%. E ancora, questo dato è ottenuto grazie a uno sbalzo di crescita del 2,3%, ea una politica di bilancio sempre espansiva del governo. Anche se sembra un ritorno alla normalità, questa previsione è comunque considerata ottimistica, scommettendo su un rapido ritorno alla pace e su una forte ripresa del passo. Perché nel primo trimestre l’attività è diminuita dello 0,5% rispetto all’ultimo trimestre del 2021 e del 2,4% su…