sabato, Novembre 23, 2024
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Come il nostro cervello “immagazzina” i nostri ricordi per pianificare le nostre azioni future

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  • Il nostro cervello organizza i ricordi in modo che possano essere riattivati ​​durante il processo decisionale
  • La scoperta di questo meccanismo potrebbe aiutare a comprendere meglio i deficit di memoria osservati in malattie come l’Alzheimer

Se il nostro cervello conserva i nostri ricordi, non dovrà solo rivisitare il nostro passato. Sono anche, e soprattutto, esperienze vissute che aiutano a pianificare i comportamenti futuri. Ma come funziona questo meccanismo? I ricercatori dell’Università della California hanno scoperto che questa conservazione dell’azione è regolata nell’ippocampo e come è regolata. essi Il lavoro è stato pubblicato su Nature Communications.

Un’immagine dinamica della funzione cerebrale

Per identificare i circuiti neurali che giocano un ruolo nella sequenza dei ricordi nel tempo, gli scienziati hanno lavorato per tre anni su modelli animali. (“Non possiamo attaccare elettrodi su un cervello umano!”, indicano). Hanno monitorato l’attivazione dei neuroni nel cervello dei roditori durante i test di identificazione degli odori. Ciò ha permesso loro di vedere quali cellule si attivavano e quali no in un dato momento e di ottenere informazioni su come il cervello rappresenta e calcola le informazioni. In un certo senso, visualizzavano un’immagine dinamica del funzionamento del cervello. Questo, ad esempio, mette in evidenza la relazione di capacità di aspettativa di memoria:“Quando i soggetti si aspettavano qualcosa che non era ancora accaduto, le firme che caratterizzano il riconoscimento degli odori vengono rapidamente firmate di nuovo mentre pensano al futuro”.Babak Shahbaba, coautore di questo studio, spiega.

Migliore comprensione dell’errore di memoria

Certo, ma cosa porta questo progresso nella comprensione dei meccanismi cerebrali? “Questa scoperta potrebbe essere un primo passo fondamentale verso la comprensione dei vuoti di memoria nei disturbi cognitivi come il morbo di Alzheimer”.conferma Nicholas Fortin, che ha diretto quest’opera. “Il nostro cervello tiene un’ottima registrazione di quando si verificano esperienze o eventi, il che aiuta il cervello a funzionare nella vita di tutti i giorni, ma prima di questo studio non avevamo un’idea chiara dei meccanismi neurali alla base di questo processo”., Aggiunge. È proprio questo metodo di conservazione che cambia nei disturbi neurologici oa causa dell’invecchiamento.

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