Ci è voluto Coco Chanel a consigliare questo assistente lì, in questo progetto lì, forse il suo autore più estremo, per portare questa lezione di cinema diversa e gratuita in Italia, dove il cinema rinascerà in uscita. Visconti sarà uno dei tre maestri artigiani.
Nel 1939, questa volta Renoir assunse Coco Chanel per firmare i costumi per il suo nuovo film: Regole del gioco. Non sa ancora che sarà l’ultimo film che potrà firmare in Francia per molto tempo. La guerra lo costrinse ad andare in esilio negli Stati Uniti nel maggio 1940.
Regole del gioco È di questa esplosione di emozione e di classe sociale di cui parlavamo pochi minuti fa. Il film presenta la tumultuosa storia d’amore di un ricco austriaco che è sposato con un marchese di origini israeliane, ma ama un avventuriero. Allo stesso tempo, i suoi servi soffrono di un tumulto romantico: la sua cameriera è fidanzata con il direttore del gioco, ma è pazza di una piccola cattura. Durante una splendida serata nella proprietà del Marchese, appariranno tutti i sentimenti, tutti gli intrighi, tutte le combinazioni.
Per dire ovunque della classe sociale, dell’alta borghesia, di cui il film dipinge anche l’inevitabile trasformazione, Renoir deve essere preciso. Queste sono tutte le sue commissioni da Chanel: questo vestito dipende da tali e tali effetti personali (il marchese, per esempio, che non ha ancora la libertà dello stile francese) o dall’eleganza superiore della sua rivale (la padrona di lei marito sta già osando in un completo di tweed), mentre al contrario, il contro-personaggio, stigmatizzando i tumulti della società e della storia, identificherà alcune delle donne che passeranno al film per giudicare il loro comportamento. Deliziosa, invece, anche la piccola illustratrice, lontana da ogni caricatura, tutta in crêpe nera plissettata.
Ci vuole grande fiducia nell’occhio e nella conoscenza del progettista per dargli la responsabilità di tracciare rapporti antagonistici, all’interno dello stesso gruppo, il progresso di alcuni e il ritardo di altri. Ecco, la fusione tra Renoir e Chanel Klee.
La storia che verrà e che distruggerà tutto, le società che finalmente cambiano e si mescolano, soprattutto i costumi che, con un recente impeto, faranno saltare i muri e l’ipocrisia morale, tutto questo negli abiti che Gabrielle Chanel credeva Regole del gioco. Ancora oggi, 82 anni dopo, questo film è straordinariamente moderno.
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