Sotto le trappole di un X-Men immerso nell’Italia di Mussolini, Freaks Out afferma la sua individualità e si dispiega come un meraviglioso inno alla differenza.
Nel Circo Mezzapiotta la fantasia è realtà e niente è come sembra… “Così ci accoglie Israele (Giorgio Terabasi) sotto il suo tendone, e il regista italiano Gabriel Mainetti in panicoil secondo lungometraggio “Born of the GPS Challenge, on the darkest page of XXe Century, un film che è una storia d’avventura, un romanzo educativo e (…) una riflessione sulla differenza”.
Fin dal suo inizio con Lo chiamavano Jeeg Robot (2016), piccolo capolavoro che ha completamente restaurato la figura del supereroe proiettandola negli inferi appiccicosi dell’odierna Roma oceanica, Mainetti si è affermato come un nuovo nome da seguire nella piccola cornice del cinema italiano di oggi, beneficiando anche del riconoscimento di i suoi coetanei e le critiche sul fatto che non fossero persone anziane della loro età.
Un colpo esperto che gli ha aperto nuove porte, e la possibilità di realizzare un progetto più ambizioso ma pur sempre autoproduttivo, con un budget doppio otto (13 milioni di euro vs. panico per 1,7 milioni di euro per Robot da concerto).
Per una volta, i suoi quattro “freak” hanno dei poteri: Fulvio (Claudio Santamaria), la cui pelle è completamente ricoperta da lunghi capelli, ha una forza sovrumana. La giovane Mathilde (Aurora Giovinazzo) è in grado di infliggere scosse elettriche; Cencio (Pietro Castellitto), un ragazzo albino, che sa controllare gli insetti; Il nano Mario (Giancarlo Martini) ha la capacità di controllare oggetti di metallo.
Con Israele, una specie di secondo padre per questi esseri brutali, decidono di fuggire dall’Italia occupata dai nazisti per tentare la fortuna in America. Ma quando il capo del circo scompare con tutti i suoi risparmi, il gruppo si divide. Mathilde, con l’aiuto di un gruppo di combattenti della resistenza, cerca Israele, mentre i tre trovano un nuovo lavoro nel prestigioso Berlin Zercus, diretto da Franz (Franz Rogowski).
Abbiamo tutti un lato oscuro, siamo tutti diversi
Quest’ultimo, pianista di talento, è anche in grado di predire il futuro. Pazzo dei nazisti, sogna di mettere le mani sui quattro esseri soprannaturali che vede nella sua estasi, convinto che la loro superpotenza permetterà al Terzo Reich di vincere la guerra…
Se il mostro della fiera è diventato protagonista, è anche grazie al cinema. All’inizio dell’anno Guillermo Del Toro ne ha presentato un’intera mostra a vicolo da incubocon particolare riferimento a Freaks (1932) di Todd Browning, un film classico anche un riferimento a Gabriel Mainetti, che ricorda “Quanto è costato questo film al suo autore, che è stato bandito da Hollywood per aver mostrato ‘la differenza’”.
In occasione della Mostra del Cinema di Venezia 2021 dove panico Nel concorso, il regista ha ritenuto “necessario ricordare al mondo intero quanto la differenza sia al centro del nostro percorso umano”. “Per me, è come se fossimo tutti ‘freak’, avessimo un lato più oscuro, siamo tutti diversi”.
Una dichiarazione a cui il regista è religiosamente impegnato da un anno panico, tutti i personaggi senza eccezioni, a modo loro, capricci, dal gruppo di resistenza incapace all’avversario. Oltre al suo potere di chiaroveggenza – che gli viene solo quando spara all’etere – Franz ha sei dita per mano, il che aiuta molto quando si suona il piano.
“Mi è sembrato giusto dire al tedesco da ‘outsider’ che aspira, invano, a diventare qualcun altro”, ha detto Mainetti. Che dire del carattere di Israele, la cui fede ebraica è considerata un mostro agli occhi dell’occupante? Fulvio afferma che “senza un circo, non siamo altro che un branco di mostri”. Per tutto il film, il regista cerca di dimostrare il contrario: i suoi mostri sono i personaggi più umani del film, mentre i cattivi sono quelli che non sopportano questa anomalia.
ad un bivio X-Men (Brian Singer, 2000), un film di guerra e mito, panico Mostra, ancor più del suo predecessore, il talento e la precisione di Gabriel Mainetti. La sequenza di esplosioni e battaglie è impressionante e il film raggiunge rapidamente il top con una scena di incursione indimenticabile.
Poi si rivela davvero attraverso due personaggi, l’antagonista da un lato – per parafrasare Hitchcock: “Il più riuscito è il cattivo…” – e Matilde dall’altro, una ragazza dall’aspetto fragile che si sviluppa in un mondo degli uomini. E che la trama si imponga come una chiave di lettura per questo lavoro ambizioso e meraviglioso.
“È difficile fare un film come questo in Italia”, dice il regista. Con l’aiuto di un altro riferimento, Italian Comedy – che non dovrebbe essere alla portata di tutti – invece ci è riuscito.
panicoE il
di Gabriele Mainetti.
“Analista. Creatore. Fanatico di zombi. Appassionato di viaggi. Esperto di cultura pop. Appassionato di alcol”.