I superstiziosi diranno che se non fosse per questo grido del difensore italiano, gli inglesi avrebbero vinto. Giorgio Chiellini ha confermato tutti i sorrisi in un video pubblicato su Twitter lunedì in cui ha gridato “Kirikocho” prima di colpire il piede di Bukayo Saka con la palla. E’ stato l’ultimo tiro in porta del torneo fermato dal portiere Gianluigi Donnarumma, che ha offerto gli Europei alla sua squadra.
La parola “Kiricocho” non è né un insulto né una formula magica, ma piuttosto il nome dell’argentino. È il nome di un tifoso dell’Estudiantes de la Plata, club argentino di alto livello negli anni Ottanta, che è un tifoso di questa squadra, ha partecipato a molti preparativi e allenamenti. Quando era presente, il giocatore è stato sistematicamente infortunato. Poi l’allenatore Carlos Bilardo dell’epoca, superstizioso per natura, decise di mettere dalla sua parte questa forza misteriosa piuttosto che temerla, incaricando questo tifoso di accogliere le squadre avversarie durante i tornei. Coincidenza o meno, gli uomini dell’Estudiantes persero solo una partita in quella stagione e vinsero il titolo nel 1982.
Questa espressione si è diffusa per la prima volta nel calcio spagnolo, in Sud America e in Spagna. E di recente lo ha annunciato il portiere del Siviglia Yassin Bounou, subito dopo aver ricevuto il calcio di rigore da Erling Haaland (Borussia Dortmund) durante un incontro in Champions League. Il termine è diventato più democratico e ora sembra interessare l’intera comunità calcistica.
Le superstizioni sono spesso all’ordine del giorno nello sport. Secondo Manon Elwere, ricercatrice in psicologia, i rituali specifici di ogni atleta gli permettono di prendere il controllo delle cose. Il contesto matematico particolarmente segnato dall’incertezza e dalla mancanza di controllo genera ansia e incoraggia il ricorso a riti superstiziosi…in particolare “Kiricocho”.