Indagine“Silsilat al-Da`wat” (6/6). Molti giovani chef affermano di essere stati influenzati dai programmi TV, che si tratti di programmi di cucina classici o, più recentemente, della serie di documentari di successo Chef’s Table.
“Cuoco!” La parola ha un’eco, scandendo ogni frase con un tono militare. Risponde all’eco del tintinnio delle pentole nelle cucine della Scuola Ferrandi di Parigi. Lì, decine di giovani pazzi sono impegnati in una frenesia organizzata. Tagliano, tritano, frustano sotto lo sguardo duro del proprietario. Tuttavia, molti apprendisti o cuochi credono che il mestiere di indossare un grembiule e giocare con un coltello sia nato non vicino a una stufa, ma davanti a schermi, grandi o piccoli che siano.
Il mondo visivamente accattivante della gastronomia e della gastronomia ha ispirato molto presto la televisione francese. Già nel 1954, Raymond Oliver introdusse le “Ricette dello chef”, aprendo la strada all’intrattenimento culinario. Nei decenni successivi il genere ha continuato a svilupparsi, fino alla creazione di romanzi con la cucina come sfondo.
fra 2009 e 2011, TF1 presenta tre stagioni di toccato. Nel 2015, France 2, a sua volta, ha avviato una serie culinaria: cuochi (2 stagioni, 14 episodi). Ma ci sono altri tipi di programmi che ispirano futuri miracoli di cucina pianistica: riviste o documentari, immersione nella vita quotidiana dei grandi chef e dei loro “battaglioni”.
In questo giorno di giugno, Adeline Gratard, chef della firma Yam’Tcha a Parigi e già della Scuola Ferrandi, torna alla sua alma mater per trasmettere parte del suo talento. Agathe Beach, 20 anni, studentessa del terzo anno, guarda lo chef di ispirazione eurasiatica, con un’impressione di dejà vu. Adeline Grattard, l’ho scoperta attraverso la serie Il tavolo dello chef su Netflix, Conosci la giovane donna. Come gestisce la sua cucina, cerca i suoi fornitori, sceglie il suo tè, scopre nuovi prodotti… Mi ha fatto sognare. “
Un ambiente sconosciuto al pubblico
Quando il regista americano di questa serie di documentari, David Gelb, si è dedicato a Parigi, nel 2015, alle riprese di Yam’Tcha, non era al primo tentativo. La stagione 1 ti invita a fare il giro del mondo della gastronomia in sei episodi, da Modena in Italia a Yerbin in Svezia, passando per New York e Buenos Aires. Tutti i giovani chef hanno guardato questa trasmissione in lotti, dice Adeline Grattard. È riuscito a sollevare il velo in un ambiente sconosciuto al pubblico, spingendo le porte mai aperte alle telecamere, quelle delle cucine. rivoluzione. “
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