Una carenza di vitamina B12, un nutriente essenziale per il corretto funzionamento dell’organismo, può avere gravi conseguenze per la salute. Un nuovo studio evidenziato oggi evidenzia un legame tra carenza di vitamina B12 e infiammazione cronica, che è regolarmente collegata a tutta una serie di problemi come malattie cardiovascolari, diabete e disturbi neurodegenerativi.
La concentrazione di vitamina B12 determina il livello di infiammazione
Nell’ambito di questo lavoro, pubblicato in Giornale di scienze alimentari e agricoleI ricercatori hanno utilizzato i dati dei partecipanti a Premimed, un ampio studio clinico condotto in Spagna e progettato per valutare l’effetto della dieta mediterranea sulla prevenzione del rischio cardiovascolare. Hanno esaminato gli effetti della concentrazione di vitamina B12 sui livelli di due principali marcatori di infiammazione nell’uomo e nei topi: l’interleuchina IL-6 e la proteina C-reattiva.
“Il nostro studio rivela che, in generale, maggiore è la quantità di vitamina B12 di un individuo, minori sono i suoi marcatori infiammatori”.“, spiega Marta Kovacheva, ricercatrice biomedica e coautrice dello studio, in A Ho riferito. L’associazione inversa suggerisce quindi che la carenza di vitamina B12 potrebbe contribuire all’infiammazione cronica, favorendo così l’insorgenza di malattie cardiovascolari o disturbi neurologici. È una constatazione, come dice il ricercatore “Potrebbe avere importanti implicazioni per la prevenzione e la gestione delle malattie”.
Integratori di vitamina B12 per ridurre l’infiammazione?
Il team ora spera di esplorare la relazione tra vitamina B12 e infiammazione in un contesto in cui i marcatori di infiammazione sono più forti, ad esempio nelle persone con infezioni, obesità e sindrome dell’intestino irritabile. “Sappiamo già che la carenza di vitamina B12 non fa bene all’individuo e che è necessario adottare misure nutrizionali per correggere questa carenza. Sarà interessante capire se gli integratori di vitamina B12 possono svolgere un ruolo nella gestione di queste malattie.”conclude Rosa M. Lamuela Raventos, professoressa di nutrizione e coautrice dello studio.