Paul Pogba è stato coinvolto in un caso di doping ed è sospeso in via precauzionale dall’11 settembre. Paul Pogba avrebbe dovuto comparire davanti al tribunale antidoping italiano il 18 gennaio. Mercoledì, secondo la Gazzetta dello Sport, i legali del centrocampista della Juventus Torino hanno chiesto e ottenuto il rinvio dell’udienza. I media italiani aggiungono che non dovrebbe tenersi prima del 15 febbraio.
Risultato positivo al testosterone il 20 agosto dopo la partita contro l’Udinese, Pogba rischia 4 anni di squalifica e la sua carriera potrebbe essere a rischio. Come previsto dal Codice mondiale antidoping, la sanzione potrebbe essere dimezzata se il campione del mondo 2018 e i suoi avvocati riuscissero a dimostrare che non aveva intenzione di assumere il prodotto dopante. Per spiegare il risultato positivo del test antidoping, i sostenitori di “La Puche” hanno affermato che i metaboliti del testosterone proverrebbero da un integratore alimentare prescritto da un medico consultato dal giocatore negli Stati Uniti. Il testosterone, l’ormone della fertilità maschile e sessuale, promuove la crescita muscolare.
Secondo queste norme, però, la punizione potrebbe essere limitata a qualche mese lontano dal campo se i rappresentanti del francese riuscissero a dimostrare che il doping è avvenuto in un contesto fuori competizione e non è legato al suo livello.
Già turbato da ulteriori problemi sportivi e da un caso di rapimento quest’anno, Paul Pogba continua a subire infortuni dopo infortuni e non gioca una partita intera da marzo 2022, con il Manchester United.
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