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EconomiaBruxelles apre la terza tranche del piano di ripresa italiano

Bruxelles apre la terza tranche del piano di ripresa italiano

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Pubblicato il 31 luglio 2023 alle 11:00Aggiornato il 31 luglio 2023 alle 16:53

Sollievo a Roma. Dopo mesi di stagnazione, la Commissione europea ha finalmente autorizzato il pagamento della terza tranche del piano di ripresa da 19 miliardi di euro, che sarà comunque ridotto a 18,5 miliardi di euro. Bruxelles attendeva chiarimenti sullo stanziamento dei fondi e sul raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Il governo italiano ha riconosciuto che ci sono stati ritardi significativi, alcuni dei quali non potevano essere colmati. Ciò ha comportato il rinvio della costruzione dei dormitori universitari, creando al contempo ulteriori 7.500 posti letto per gli studenti, che costituisce uno dei principali motivi per ostacolare il pagamento della terza rata.

Cambiamenti da 16 miliardi di euro

Giorgia Meloni ha accolto con favore “il fantastico risultato che consentirà all’Italia di ricevere i 35 miliardi di dollari previsti per il 2023”. Sono essenziali per il buon andamento dei conti pubblici italiani, in netto peggioramento, soprattutto dopo il debole dato sulla crescita del secondo trimestre (-0,3%) pubblicato lunedì.

Con le modifiche proposte da Roma la terza tranche verrà ridotta a 18,5 miliardi di euro, mentre la quarta tranche salirà da 16 a 16,5 miliardi di euro. Per garantire che venga pagato bene entro la fine dell’anno, il ministro degli Affari europei Rafael Vito, che dirige l’attuazione del piano, ha annunciato una revisione di 144 dei 349 obiettivi da raggiungere.

Quest’anno sono stati spesi solo 2 miliardi di euro sui 33,8 miliardi previsti dal piano di ripresa, secondo un rapporto del Centro Studi del Parlamento italiano pubblicato a fine giugno. Pertanto, il governo ha deciso di annullare nove progetti che non avevano alcuna possibilità di essere realizzati nei tempi previsti, per un valore totale di circa 16 miliardi di euro. Viene gestito principalmente dai Comuni, soprattutto cantieri ferroviari, ma anche progetti a favore dell’efficienza energetica negli edifici residenziali e pubblici.

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L’opposizione e i comuni si ribellano

Elie Schlein, segretario del Partito democratico (opposizione di centrosinistra), ha denunciato che “il governo non è responsabile”. La sua negazione del clima insulta il Paese. Una delle misure annullate prevede lo stanziamento di 1,3 miliardi di euro per proteggere la regione dai rischi idrologici e geologici, mentre in primavera la penisola è stata esposta a numerose inondazioni che hanno causato danni per miliardi di euro.

Rafael Vito vuole rassicurare: “Non cancelliamo nessun finanziamento, non tagliamo nulla, ci stiamo solo riorganizzando. I progetti interessati dalla riorganizzazione dovrebbero quindi essere realizzati utilizzando “altri fondi finanziari”, in particolare il piano europeo RePowerEU, dedicato a la transizione energetica.

Antonio DeCaro, presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), è cauto e chiede chiarimenti. “I Comuni sono le uniche amministrazioni pubbliche che hanno dimostrato la loro capacità di spendere i fondi del piano di risanamento in modo rapido ed efficiente, mentre le altre non hanno nemmeno sviluppato un progetto concreto”, ha aggiunto. Chiediamo garanzie immediate. »

Il governo ha promesso che presto riceverà gli enti locali e le parti sociali coinvolte nell’attuazione del piano. Spiega che vuole semplicemente “riadattare gli obiettivi intermedi per garantire il successo degli obiettivi finali”.

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