La presenza di reti marine italiane vicino all’AMP resta una preoccupazione per il suo direttore, l’Ufficio per l’ambiente della Corsica, che si affida ai servizi statali per condurre i controlli. Con la richiesta di misure di protezione delle riserve naturali.
I fatti sono avvenuti il 30 agosto, alle 22:26, nell’ambito dell’Operazione “punch” Svolto congiuntamente nel cuore della Riserva Naturale Boches de Bonifacio (RNBB) dai Servizi di Pattuglia d’Azione Statale in Mare – la Gendarmeria Marittima, l’Amministrazione marittima e costiera della Corsica (DMLC), la Marina Militare Nazionale – e la Guardia territoriale della Riserva, il La barca italiana è stata controllata presso l’International Fishing Yard Common, vicino al confine dell’area marina protetta.
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“Questa nave, il cui porto di domicilio è a Trapani, in Sicilia, non stava operando al momento del controllo, ma ha indicato di aver prelevato, in acque italiane – verso la Maddalena – un quantitativo di catture di specie di interesse per il Mediterraneo Dopo che gli incaricati hanno rilevato la mancanza della tecnologia AIS che permettesse di determinare e pubblicare l’esatta ubicazione della nave, ha subito avviato un approfondito esame gestionale con le controparti italiane della Polizia della Pesca.è stato determinato, ieri, in un comunicato stampa diffuso dall’Ufficio dell’Ambiente della Corsica (OEC), direttore della riserva.
Il portafoglio si inserisce “al confine italo-francese” della riserva naturale
Se quindi l’orologio non risultasse violato per quanto riguarda la circonferenza di pesca – che si riferisce a circa 500 chilogrammi di dente, “Pesci meno mobili delle specie marine” – Questo processo si svolge tuttavia nel contesto di ‘gravi preoccupazioni’ Maggiore vigilanza sulla presenza delle reti industriali italiane Di stanza ai margini del confine italo-francese..
“Negli ultimi tre anni, è stato osservato che i pescatori industriali con reti a circuizione si stanno avvicinando sempre più alle vicinanze del RNBB per sfruttare l’impatto della gestione sulle risorse ittiche di questa area protetta, (e)Spiega Jean-Michel Colioli, capo della riserva. Queste grandi navi, provenienti principalmente dalla Sicilia, hanno sostenuto l’attività per tutta l’estate, al largo della Sardegna, a nord-est ea ovest. A volte il sistema di posizionamento satellitare (AIS) è interrotto. Le nostre informazioni sono state confermate da avvisi di cacciatori professionisti del Prud’homie di Bunifaziu, nonché da avvisi di rappresentanti di cacciatori ricreativi durante il recente comitato consultivo della riserva. Queste pratiche, difficilmente verificabili nelle acque italiane, avvengono spesso di notte. Ma è comunque inaccettabile che le restrizioni all’uso e agli sforzi di gestione a favore di una pesca sostenibile all’interno di questa area protetta, approvata e condivisa da tutti gli attori rilevanti della Corsica meridionale, possano essere minacciate da attività industriali senza scrupoli».
Istituita nel 1999 e riconosciuta nel 2009, la Riserva Naturale Bouches de Bonifacio si estende per 80.000 ettari, da Rocapina alla punta del Chiappa, all’ingresso del Golfo di Porto-Vecchio. Designato come Area Marina Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo dal Programma delle Nazioni Unite, il Dipartimento della Pesca assicura “Gli impatti della riserva e la grande produzione ittica, con impatti attrattivi per specie migratorie, come tonno e ricciole, oltre a una biodiversità molto ricca”conferma il responsabile. Il segno dei sei anni è stato rinnovato con un punteggio molto positivo nel 2021.Aggiunge.
‘caso sospetto’
Più determinati che mai a preservare l’effetto virtuoso di questa gestione ambientale, l’Ufficio per l’ambiente della Corsica e gli agenti RNBB stanno lavorando in stretta collaborazione con i Servizi statali in mare, tra cui “significa fondamentale” Viene confezionato nel settore, nell’ambito di a “maggior monitoraggio” e raccogliere informazioni. Oltre alla missione speciale del 30 agosto, a bordo della stella Gravona Dalla Gendarmeria Navale, diverse operazioni volte a “Identificazione e repressione di eventuali incursioni di questi pescatori industriali che utilizzano reti a sacco protette in prossimità dell’Area Marina Protetta Bonivacian” In questa tendenza da luglio e per tutta la stagione.
Un problema preoccupante per l’ECO come lo è per i servizi statali, primo fra tutti il DMLC, che coordina i controlli in mare rispetto ai vari dipartimenti coinvolti, sotto gli auspici del Governatore Marittimo. “Il fenomeno della vicinanza a questi pescherecci provoca infatti sorveglianza, vigilanza e mobilitazione delle risorse, con operazioni che si moltiplicano, Conferma il direttore del mare e della costa della Corsica Riad Jaafar. Anche i segnali della marina e degli aerei completano il sistema. L’acquisizione del 30 agosto ha portato all’apertura di un’indagine, ma in questo caso non vi è stata violazione del caso caccia. Anche la cooperazione con le autorità italiane sta andando molto bene. In generale, prevale la presunzione di innocenza, e ciò non esclude l’esistenza di forti sospetti. Questa è una situazione che genera sospetti”.
Verso una “zona cuscinetto”?
Secondo Riad Jaafar, la questione della demarcazione del confine tra Francia e Italia, sul versante orientale, gioca un ruolo importante in questo fascicolo. “C’è ancora una zona grigia che può essere chiarita con la ratifica internazionale, continuato. Questo problema è monitorato dal Dipartimento di Stato e speriamo in ulteriori progressi”..
Da parte sua, il responsabile della riserva ne fa menzione “sviluppare una vera riflessione franco-italiana, al fine di stabilire una specifica tutela dell’area marina protetta ed evitare l’esaurimento delle risorse”. “La presenza di pescherecci industriali entro poche decine di metri dalla riserva è un vero problema che noi gestori non possiamo ignorare, Jean-Michel Collioli insiste. Di questo abbiamo già allertato l’Accordo di Barcellona e lo Stato italiano, lo scorso maggio. Speriamo di creare una zona cuscinetto per diverse decine di miglia nautiche intorno alla riserva”.conclude. Desiderio di proteggere la riserva naturale per “Alcune pratiche del settore non rovinano gli sforzi di una buona gestione”..
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