(Yangon) Gli inviati dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) hanno incontrato venerdì in Birmania il leader della giunta, il quale ha sottolineato che non permetterà nuove elezioni se non dopo un ritorno alla “normalità” nel suo Paese colpito dal golpe.
Il servizio stampa militare al governo ha dichiarato in una dichiarazione che il vice ministro degli Esteri del Brunei Eriwan Bhen Yusuf e il segretario generale dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico Lim Jok Hui hanno avuto colloqui con il generale Min Aung Hlaing.
La dichiarazione afferma che l’ufficiale ha affermato che il consiglio militare da lui guidato organizzerà nuove elezioni quando “la situazione tornerà alla normalità”, senza ulteriori dettagli.
I generali golpisti avevano precedentemente assicurato che ci sarebbero state elezioni entro due anni.
La Birmania è in subbuglio da quando i militari hanno estromesso Aung San Suu Kyi e il suo governo della NLD. Da allora, la repressione della giunta ha ucciso più di 800 persone, secondo una ONG locale che compila un elenco delle vittime.
L’ASEAN ha intrapreso sforzi diplomatici per cercare di risolvere la crisi, ma le lotte intestine all’interno di quell’organizzazione non sono riuscite a fare progressi.
Il generale Min Aung Hlaing ha partecipato ad un incontro a Giacarta con i leader dei 10 paesi dell’ASEAN ad aprile, il suo primo viaggio all’estero da quando ha preso il potere.
Poi i vertici di questa organizzazione internazionale hanno rilasciato un comunicato chiedendo “l’immediata cessazione delle violenze” e la visita dell’inviato speciale regionale in Birmania.
Ma il generale ha poi affermato in un’intervista televisiva che la Birmania non è pronta ad adottare questo piano.
Non era chiaro se gli inviati dell’ASEAN avessero intenzione di incontrare i membri del governo ombra istituito dai legislatori estromessi – principalmente dalla Lega nazionale per la democrazia – cercando di radunare gli oppositori dei golpisti.
Il leader civile deposto Aung San Suu Kyi è stato visto in pubblico solo una volta dopo il colpo di stato.
Affronta una serie di accuse penali, tra cui il mancato rispetto delle restrizioni sul coronavirus durante la campagna elettorale dell’anno scorso e il possesso di trasmettitori radio senza permesso.
Ha detto il mese scorso che il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, “esisterà finché esisterà il popolo”.
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