Quando gli organismi producono la propria luce, si parla di bioluminescenza. Questo fenomeno, molto diffuso in natura, soprattutto tra gli animali marini, ma anche tra le lucciole e le lucciole, compare nelle barriere coralline molto prima di quanto pensassimo, 540 milioni di anni fa.
Questo è un vecchio tentativo di bioluminescenza: la capacità degli organismi di illuminarsi dall’interno, di produrre la propria luce o di ospitare batteri che lo fanno, grazie a una serie di reazioni chimiche, emersa nei minuscoli coralli 540 milioni fa. Anni fa. Questo è quanto emerso dallo studio condotto dai ricercatori del Museo di Storia Naturale SIstituzione Metsoniana A Washington che hanno appena spostato indietro di 200mila anni la data della comparsa di questo fenomeno.
La bioluminescenza è particolarmente diffusa negli oceani; Il 70% degli animali marini produce la propria luce (da non confondere con la bioluminescenza, che riflette solo la luce). Ma ciò che lascia perplessi gli scienziati è il motivo per cui ci sono così tanti modi diversi per irradiare, brillare e illuminarsi dall’interno?
Dall’esca per attirare le prede alla tecnica di difesa
Esistono più di 1.500 specie di pesci bioluminescenti, che producono luce per cacciare e trovare prede o partner, ma anche per comunicare e persino per mimetizzarsi. È il caso del calamaro hawaiano, che si illumina grazie a batteri luminosi che vivono in uno dei suoi organi, in modo da mimetizzarsi in superficie al chiaro di luna cancellandone l’ombra. La maggior parte degli animali marini bioluminescenti vive a grandi profondità, il che li rende difficili da studiare.
Una delle più famose è la rana pescatrice, la cui femmina è dotata di un’esca bioluminescente responsabile di attirare verso di sé le prede circostanti. Altri animali vicini alle meduse, ad es mnemiopsi, assolutamente abbagliante; Quest’ultimo possiede all’interno del suo corpo una sorta di fotofori, trasparenti e gelatinosi, che rifrange la luce e produce un arcobaleno luminoso per respingere i predatori.
Esiste anche lo squalo più piccolo del mondo, lungo appena 15 cm. Sagree il portatore di fuoco Che è all’altezza del suo nome. I suoi organi bioluminescenti si trovano tutt’intorno agli organi riproduttivi, permettendo ai maschi e alle femmine di essere visti da una distanza molto lunga e di attrarsi a vicenda alla luce dei loro organi riproduttivi. Chi dice che è meglio?
Apparvero per la prima volta 540 milioni di anni fa
Sulla terraferma è presente anche la bioluminescenza. Conosciamo le lucciole o anche le lucciole che emettono luce grazie all’ossidazione nel loro addome, una reazione chimica che risale alla famosa parola latina luciferina. Il diavolo Che dà luce. Ci sono mille altri modi per brillare.
Tale è la lunga e tortuosa storia della bioluminescenza che i ricercatori del Washington Museum hanno tracciato utilizzando un albero filogenetico che mostra che la bioluminescenza è apparsa in modo indipendente e diverso più di 94 volte nel corso dell’evoluzione, e la prima volta avvenne 540 milioni di anni fa in un piccolo gruppo di organismi. Coralli molli dalle forme più diverse, ottoporali (perché hanno otto tentacoli attorno alla bocca). Le barriere coralline esistono ancora sulla Terra, soprattutto nella fascia tropicale.
Se sia proprio questa bioluminescenza a garantire la loro eccezionale longevità, soprattutto se si considerano le minacce che gravano sulle barriere coralline, questa è un’altra storia su cui la scienza sta cercando di far luce.
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