Benetton, un’epopea italiana | dovere

Benetton, un’epopea italiana |  dovere

Tre fratelli e una sorella, pochi soldi ma tanta fantasia e voglia di riuscire: in vent’anni la saga della famiglia Benetton si è trasformata in un vero successo mondiale.

Come tutte le leggende, la storia di Benetton inizia con le lacrime. Leon Benetton, azienda di autonoleggio di Ponzano Veneto, cittadina alle porte di Treviso, tornò malato dall’Africa dove era andato in esilio per evitare la guerra e morì nel 1945. La moglie Rosa non era in buona salute e i suoi quattro figli erano malati. giovani: Luciano, 10 anni, e Giuliana 8 anni, Gilberto 4 anni, e Carlo 2 anni. Gli adulti interromperanno la scuola molto rapidamente.

Luciano, il fondatore del gruppo, inizia a lavorare in un negozio di tessuti all’età di 15 anni. Gli anni del dopoguerra furono difficili. Juliana lavora a maglia per i suoi fratelli. Successivamente ho imparato ad usare la macchina in officina.

A 19 anni Luciano ebbe un’idea che avrebbe arricchito il patrimonio di famiglia mentre andava a prendere la sorella al lavoro: “Invece di lavorare per gli altri, lavora a maglia e io te li venderò”. Comprò la sua prima macchina per maglieria. La leggenda narra che fosse in grado di tessere 700 pezzi di maglia contemporaneamente. Una seconda macchina si aggiunge alla prima e le maglie di Giuliana si aggiungeranno a quelle ordinate da Luciano ai piccoli laboratori del trevigiano.

Roma, dove Luciano si recò nel 1960 con due amici per partecipare ai Giochi Olimpici, sarà una rivelazione. Impressionato dai grandi affari della capitale, vi ritorna qualche mese dopo, con una valigia piena di maglioni, e trova grandi clienti che lo incoraggiano a fondare la sua prima fabbrica.

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Nel 1962 Luciano si recò in Scozia dove scoprì l’ovatta, una lavorazione allora sconosciuta in Italia che consisteva nel battere la lana immersa nell’acqua per renderla leggera e morbida. Sebbene gli scozzesi sappiano lavorare la lana, la loro produzione è piuttosto squallida. Una nuova intuizione di Luciano che ha lanciato cinque modelli in 36 colori.

A Ponzano Veneto la prima stalla meccanica fu costruita nel 1964. Un gruppo di quattro persone si divideva il lavoro: Luciano alle vendite, Giuliana alla produzione, Gilberto alla direzione e Carlo ai macchinari.

Per seguire il più possibile la moda, lavoravano ai ferri maglioni di lana bianca da tingere all’ultimo minuto. Il sistema di vendita in franchising e poi le potenti campagne pubblicitarie del fotografo Oliviero Toscani tra il 1982 e il 2000 garantiranno sicuramente il successo mondiale degli “United Colors of Benetton”. La famiglia si è poi diversificata a partire dagli anni ’90, assumendo in particolare il controllo di Autogrill e poi della società autostradale Autostrade.

Nell’ottobre 2006, tre generazioni della famiglia Benetton appaiono sulla copertina dell’edizione italiana di Vanity Fair davanti alla loro villa del XVII secolo, e viene organizzata una grande festa al Centre Pompidou di Parigi per celebrare i 40 anni dell’azienda. Tuttavia, la famiglia, che ha la reputazione di essere riservata e anche un po’ severa, non appare regolarmente sulle pagine delle riviste popolari.

“Gianni De Michelis [ancien ministre et député européen] Ci ha invitato più volte nella sua casa di Venezia. Lo abbiamo ringraziato ma preferiamo restare in famiglia. “A volte, giusto per dimostrare che non siamo così chiusi, uno di noi, Luciano, ci rappresenta tutti”, ha detto Giuliana alla stampa. “Ognuno ha la propria personalità ma noi siamo sempre stati una squadra […] “A volte, anche oggi, ci leggiamo nel pensiero”, ha concluso.

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