Joe Biden non ha nascosto la sua eccitazione presentandosi davanti alla stampa poche ore dopo il micidiale doppio attacco. Con le lacrime agli occhi ha reso omaggio a questi “eroi” caduti nell’attacco più mortale alle forze armate statunitensi dall’agosto 2011.
Il tono militare era come per mettere a tacere le accuse di debolezza: “Ti inseguiremo e te lo faremo pagare”. Ma, dal momento che è stato anche sempre più criticato per eludere le domande della stampa, non ha potuto fare a meno di esprimere il suo fastidio, chiudendo gli occhi e a testa bassa, mentre ascoltava un giornalista del conservatore Fox News. Speciali “responsabilità”.
In effetti, Joe Biden sembra essere stato indebolito da questa offensiva e dall’evacuazione caotica delle forze statunitensi in Afghanistan, mentre la sua decisione di porre fine alla più lunga guerra americana è stata guidata dalla sua determinazione a non sacrificare un solo soldato. Non è più nell’interesse degli Stati Uniti.
Anche la stampa americana esprime scetticismo, come il Washington Post, che si chiede se il ritiro dall’Afghanistan abbia reso l’America più sicura. Per rispondere a questa domanda, è chiaro: “La nostra parte ha perso la guerra civile afgana. Ma la più grande guerra, la guerra dei terroristi contro di noi, non è ancora finita. Il nemico è determinato a continuare a combattere. Ora. Dobbiamo rispondere da dalla nostra parte. Una posizione più debole”, ha detto il giornale.
Per il New York Post, questa è una capitolazione e una sconfitta che i terroristi di tutto il mondo celebreranno. Ai suoi occhi, il ventesimo anniversario dell’11 settembre sarà uno strumento per il reclutamento di massa per la loro sinistra causa. E il giornale avverte: “Non dimenticate mai che questo è successo sotto la presidenza di Joe Biden”.
Su Fox News, si parla di “Alamo” afgano di Biden, riferendosi all’assedio messicano del castello di Alamo nel 1836. Il presidente democratico avrebbe “distrutto mezzo secolo di sicurezza nazionale americana”.
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E anche alcuni funzionari eletti non hanno nascosto la loro rabbia nei confronti del presidente, come il repubblicano Greg Stube: “Continuiamo a dire degli americani dietro le linee nemiche e del governo e del presidente che non fanno assolutamente nulla”. Sono state infatti richieste le dimissioni di Joe Biden.
Le parole di sostegno al presidente sono scarse sulla stampa e segrete nel campo democratico. Così il Los Angeles Times ritiene che questi attacchi non siano opera dei talebani, né siano un segno del fallimento dell’amministrazione Biden.
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