Se Annie ama i lecca-lecca all’anice, è solo per la canzone. In generale, è la versione liquida e alcolica di questa pianta che seduce. Non un paese intorno al Mediterraneo non ha un contorno di anice. Storicamente, le proprietà digestive e antisettiche dell’anice hanno favorito una grande varietà di bevande: arak nei paesi del Mediterraneo orientale e soprattutto in Libano, ouzo in Grecia, raki in Tunisia, sambuca in Italia, anice in Algeria…
Sebbene sia noto fin dall’antichità, lo è soprattutto dall’inizio dell’Ottocentoe Century, grazie all’anice stellato, l’anice stellato che è arrivato dalla Cina in barca, le bevande all’anice si sono diffuse in Europa. Alcune delle distillerie, nate in quel periodo, sono ancora attive oggi, come Anís del Mono, fondata a Badalona, in Spagna, nel 1870, e dichiarata patrimonio storico nel 2007. Opere d’arte, come in Juan Gris ‘dipinto che porta il suo nome per esempio, Bottiglia di Anais del Mono O in una scena del film il Padrino, dove sono chiaramente definiti.
Dal momento che è notevolmente rinfrescante e può essere leggermente diluito secondo il proprio desiderio, un aperitivo contenente anice è molto popolare. Che sia a base di anice stellato, anice verde, finocchio, o anche liquirizia o melissa, l’anice si consuma sempre con l’acqua come aperitivo o come digestivo. Ogni paese ha una sua interpretazione che lo rende unico.
Ouzo greco “usare Marsiglia”
Tra tutte le bevande all’anice del Mediterraneo, Ouzo detiene il primo posto nelle esportazioni, anche rispetto all’arak libanese. In Germania, che non produce anice, viene esportato di più.
Il nome appropriato Dionysus Mavromatis, comproprietario di diversi ristoranti e negozi che portano il suo nome dedicati ai prodotti greci, attesta: “I nostri clienti scelgono l’ouzo per gli aperitivi. Ma abbiamo notato che i nostri clienti francesi lo ordinano in bottiglia o mezza bottiglia per accompagnare il pasto al ritorno dalle vacanze estive in Grecia. Soprattutto i più giovani. » Il consumo rimane quindi molto stagionale, particolarmente elevato in estate, ma si protrae fino a ottobre.
L’ouzo è uno dei tipi di semi di anice più consumati in Francia, perché il legame turistico tra i due paesi è ancora forte: la Grecia è uno dei paesi preferiti dai francesi. Dal canto loro, i Greci affermano che il termine “ouzo” derivi dall’espressione italiana “Osso di Massalia”, Cioè, “per usare Marsiglia”, che compariva sulle lattine di alcol di anice che venivano lasciate per questo porto francese, che fu greco per secoli. Fu allora chiaro che Marsiglia sarebbe diventata il primo porto importatore di Aouzou.
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