piattaforma. Tra tutto quello che ha detto durante i suoi sedici anni in cancelleria spicca una frase di Angela Merkel che resterà nella memoria dei tedeschi: per alcuni, più che per i liberali di sinistra, come la Merkel. Dimostra che è quasi immune alle critiche, quando ad altri, dal lato nazionalista conservatore, questa frase sembra essere l’apice del tradimento.
No, non sto parlando della sua fama “Ce la facciamo!” – “Arriveremo!” – con cui, nel 2015, ho incoraggiato i tedeschi a completare l’integrazione di un milione di profughi. Parlo di questa frase da lei pronunciata per giustificare la sua decisione, nel settembre dello stesso anno, di aprire le frontiere a questi uomini, donne e bambini affamati e congelati: “Se vogliamo iniziare a scusarci per aver mostrato una faccia amica in caso di emergenza, allora è tutto [plus] Mio paese. “
Lavoro umanitario
con questo “faccia amica”, Voleva parlare di una figura umana, di un atto umano. E alla fine della frase, ha detto quanto questo significhi per lei. Queste parole non erano opportunistiche, né ipocrite, ma sostanzialmente oneste. Anche i socialisti, i sostenitori del partito di sinistra D-Link o gli ambientalisti di Groenen (i Verdi) l’hanno portata e rispettano ancora questa frase. La forza di Angela Merkel, che ha portato avanti durante i suoi sedici anni di lavoro in Cancelleria, non è mai stata quella di indulgere in affari puramente opportunistici.
Tuttavia, sta di fatto, inoltre, che le sue convinzioni politiche, in quasi tutte le circostanze, erano molto convenienti per la maggioranza dei tedeschi: comode, capaci di radunare la maggioranza, in accordo con gli interessi economici nazionali. Anche questa frase che vi ho trasmesso era appropriata all’epoca: una grande ondata di solidarietà ha investito per breve tempo la Germania, trasformandola in un Paese ospitante. Ma non è durato – e presto la Merkel ha cercato di passare alla Turchia [en mars 2016]e E anche con la Libia, accordi sospetti o addirittura sporchi, che non hanno più nulla in comune con questo volto umano.
Uscire dal nucleare
Tali tempestive battute d’arresto si sono verificate anche in altri settori politici. Ad esempio, come primo passo, per servire gli interessi delle multinazionali, il governo Merkel ha in gran parte negato l'”uscita nucleare” (cioè la chiusura delle centrali nucleari) pianificata dal governo di coalizione “Rosso e Verde” di Gerhard Schroeder. Poi, dopo l’incidente nucleare di Fukushima nel marzo 2011, la Merkel ha cambiato radicalmente posizione, chiedendo a sua volta una rapida eliminazione dell’energia nucleare.
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