domenica, Novembre 24, 2024
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Accordo di difesa tra Mosca e Pyongyang | Seoul convoca l’ambasciatore russo

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(Seul) – La Corea del Sud ha convocato venerdì l’ambasciatore russo a Seul dopo che Corea del Nord e Russia, sotto le sanzioni occidentali, hanno firmato un accordo di difesa che prevede la reciproca assistenza in caso di aggressione.


L’accordo bilaterale, concluso mercoledì durante la visita del leader del Cremlino in Corea del Nord, non esclude la “cooperazione tecnico-militare” tra i due paesi e prevede la “reciproca assistenza in caso di aggressione” da parte di uno dei firmatari, il presidente russo. Vladimir Putin.

In risposta, venerdì la Corea del Sud ha convocato l’ambasciatore russo a Seul, Georgy Zinoviev, e “ha chiesto con forza che la Russia interrompa immediatamente ogni forma di cooperazione militare con la Corea del Nord e rispetti le risoluzioni del Consiglio di sicurezza”, si legge in un comunicato stampa diffuso dalla Corea del Sud. Ministero degli Affari Esteri coreano.

Il vice ministro degli Esteri sudcoreano Kim Hong-kyun ha insistito nel comunicato stampa che “la violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza e il sostegno alla Corea del Nord mineranno la nostra sicurezza e avranno inevitabilmente un impatto negativo sulle relazioni Corea del Sud-Russia”.

Le sanzioni Onu colpiscono Pyongyang dal 2006, ma a marzo la Russia ha esercitato il veto nel Consiglio di sicurezza dell’Onu contro un progetto di risoluzione che estendeva di un anno il mandato del comitato di esperti incaricato di monitorare l’attuazione delle sanzioni.

Mosca e Pyongyang sono alleate dalla fine della guerra di Corea (1950-1953), ma sono diventate più vicine dopo il lancio dell’operazione militare russa in Ucraina nel febbraio 2022.

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Dopo la firma dell’accordo di difesa tra Corea del Nord e Russia, la Corea del Sud ha dichiarato che “riconsidererà” la sua politica che impedisce di fornire direttamente armi all’Ucraina.

Seul ha una politica di lunga data che le vieta di vendere armi a zone di conflitto attive, una politica che mantiene fino ad oggi nonostante le richieste di Washington e Kiev di riconsiderarla.

Giovedì il leader del Cremlino ha avvertito la Corea del Sud che avrebbe commesso un “enorme errore”.

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