Il 13 settembre, nelle loro divise bianco azzurrognole, timbrate con l’orgoglioso tridente Maserati, carrozzieri e meccanici sequestrano, attraversando la mitica “Porta Due” di Mirafiori, il volantino dei sindacalisti della Fiom, la Federazione Metallurgia affiliata alla CGIL. Su questo sito di 1 milione di m2, negli anni ’70, la classe operaia italiana sognava l’emancipazione. Ha vibrato con i discorsi di Enrico Berlinguer, del PC italiano. A cavallo del millennio, ha implorato l’UE di frenare questa feroce concorrenza che stava spingendo il suo management a trasferirsi in paesi a basso salario, senza riuscire a arginare il declino. Sciolta nel 2020 a Stellantis, persuasa da PSA (Peugeot), Mirafiori oggi assembla la Fiat 500 elettrica, una city car dal design malizioso che sta avendo successo, e due lussuosi modelli Maserati, esportati principalmente in Cina. Tuttavia, questo risveglio non è sufficiente. “Stellantis ci sta abbattendo. Nell’arco di un anno, 3.000 dipendenti hanno lasciato Mirafiori, altri languiscono per la disoccupazione parziale allerta Edi Lazzi, segretario torinese della FIOM. Dobbiamo produrre più di 74.000 veicoli all’anno. » Ma la mancanza di prospettive mette in crisi questi operai italiani…
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