Di tutte le opere di Rossini, Il turco in Italia è stato a lungo non amato. Composta nel 1814 per la Scala milanese, dimenticata per un secolo, deve la sua resurrezione negli anni Cinquanta a Maria Callas. In quest’opera pirandelliana ante litteram emerge, sotto la copertura della buffoneria amorosa, un elemento di riflessione sul teatro, attraverso il personaggio di Prosdocimo, poeta in cerca di ispirazione che tira le fila di questo dramma comico – e non esita a provocare un’azione per raggiungere i suoi scopi di scrittura. L’impianto drammaturgico è basato su una triangolazione classica – Donna Fiorilla, la giovane volubile, Don Geronio, il suo piccoletto goffo, e Don Narciso, il suo amante – presto intaccata dall’esotismo di un nuovo corteggiatore: Selim, il turco con il turbante.
Un giovane leader da seguire alla scrivania
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