Di fronte all’afflusso di migranti, Mario Draghi chiede una riforma strutturale degli accordi di Dublino.
Quanti naufragi e immagini suggestive di migranti che tentano di sbarcare sulle sue coste avranno impiegato all’Italia per inserire la questione migratoria nell’agenda del Consiglio europeo del 24 e 25 maggio? Mentre gli arrivi sono tornati a salire e l’estate si preannuncia problematica, Roma attende una risposta europea, efficace e umana, per gestire i flussi annunciati. Perché, ha detto Mario Draghi, “L’Italia non abbandonerà nessuno nelle acque italiane”.
Nel 2020, secondo la Guardiana dei Sigilli, Marta Cartabia, il Paese ha salvato in mare più di 25mila persone. Oggi le ONG sbarcano senza ostacoli le persone soccorse. Dall’inizio dell’anno, 13.335 sopravvissuti sono arrivati via mare, tre volte di più rispetto al 2019 e al 2020, di cui 3.500 dall’1è Maggio.
Leggi anche:L’Europa teme una nuova ondata migratoria
Ma, sotto Draghi come sotto Conte, l’Italia continua a chiedere all’Europa una riforma strutturale degli accordi di Dublino, a “Nuovo patto per la migrazione e l’asilo”. E questo, ha spiegato questo 19 maggio
Questo articolo è solo per gli abbonati. Hai ancora il 79% da scoprire.
Abbonamento: 1 € il primo mese
Può essere cancellato in qualsiasi momento
Già iscritto? Accesso
“Evangelista di zombi. Pensatore. Creatore avido. Fanatico di Internet pluripremiato. Fanatico del web incurabile”.