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Italia: in testa al M5S, Giuseppe Conte affronta un percorso ad ostacoli – internazionale

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L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha iniziato la sua nuova vita come politico professionista. Avvocato e professore di diritto presso l’Università degli Studi di Firenze, non aveva mai partecipato alla vita pubblica del Paese prima di guidare due dirigenti di coalizione tra il 2018 e il 2021. Ora leader del Movimento 5 Stelle, che dovrebbe guidare nella sua transizione a Diventato più istituzionale, Giuseppe Conte si misura per la prima volta con le difficoltà di un’avventura partigiana. E il suo nuovo lavoro si rivela più complicato del previsto.

Deve infatti confrontarsi con Davide Casaleggio, figlio del fondatore e titolare della piattaforma Rousseau, lo strumento tecnologico che gestisce l’intera vita politica del partito. Rifiutando la consegna, Davide Casaleggio sostiene, inoltre, che i parlamentari, che si sono impegnati a pagare 300 euro al mese per garantire il funzionamento della piattaforma, sono in arretrato di contributi per circa 450.000 euro.

Se i dati economici sono importanti, il conflitto è in realtà una lotta di potere, spiega Marco Canestrari, ex dipendente della Casaleggio Associati (azienda di Davide Casaleggio) e autore di diversi libri sul sistema di comunicazione M5S: “Casaleggio difende la limitazione a due mandati e il utilizzo della sua piattaforma. Gli dà de facto il controllo del movimento: è l’unico a restare al suo posto, i parlamentari scompaiono dopo aver scontato al massimo dieci anni. Conte, al contrario, vuole eliminare questa regola, che non permette di candidarsi a un terzo mandato con la maggioranza dei pesi massimi del partito. “

Cartucce. Anche Davide Casaleggio ha tutto l’interesse a mantenere un ruolo centrale tramite l’associazione Rousseau per alimentare la sua attività: “Perché una multinazionale come Philip Morris conclude un contratto di consulenza con Casaleggio Associati, una piccola azienda milanese che fattura appena due milioni? euro? Perché il suo capo ha un’influenza significativa sul partito leader del Paese ”, spiega Marco Canestrari.

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Se l’ex presidente del Consiglio non appare politicamente molto forte, ha comunque qualche cartuccia. I sondaggi misurano infatti un “effetto Conte” sulle intenzioni di voto per il M5S: da febbraio, e dalla sua adesione alla guida del partito, quest’ultimo ha guadagnato circa 4 punti, dal 14% al 18%.

Un risultato inaspettato per il Movimento 5 Stelle, che, dopo aver ottenuto il 33% dei voti nel 2018, ha pagato pesantemente il suo passaggio da forza protestante a partito di governo – all’interno delle alleanze con la Lega, poi il Partito Democratico prima che finisca in una coalizione. governo guidato dall’ex presidente della Bce Mario Draghi, anche se il M5S ha proposto nel 2018 un referendum sull’uscita dall’euro.

Giuseppe Conte dovrà presto affrontare la sua prima prova di verità elettorale, le elezioni comunali previste per questo autunno, alle quali il Movimento 5 Stelle dovrebbe affrontare come alleato del Pd. Nella gestione locale, anche l’equilibrio del movimento appare insufficiente, soprattutto a Roma e Torino, le due grandi città italiane da lui guidate. In Piemonte il sindaco uscente Chiara Appendino non riesce nemmeno a correre, mentre nella capitale Virginia Raggi viene sconfitta al secondo turno contro la candidata di centrosinistra o di destra, il Partito Democratico, sembrando, lui, non volerla appoggiare. . Sicuramente la strada verso la vetta, per l’ex presidente del Consiglio, si preannuncia lunga …

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