Il regista Cie l’Alakran e il suo compagno Juan Loriente hanno sorvolato il teatro Saint-Gervais, creando i “maker” alla velocità della luce.
Ovviamente tutto sarebbe dovuto andare diversamente. Se non fosse stato per l’intervento del virus, Oscar Gómez Mata avrebbe creato i “makers” lo scorso ottobre sul palco del Centro Azcona Alundega di Bilbao, dove stava completando un anno di residenza artistica. Le circostanze lo hanno costretto a posticipare la prima pronta maturazione del duo fino a metà aprile. E improvvisamente, nella sua città adottiva di Ginevra, prima che fosse istituito un anno il prossimo novembre, un gruppo di “professionisti” ha avuto il piacere di partecipare sabato scorso a un’ultima sessione di spinning. Le incertezze del calendario corrispondono perfettamente al tema abbondante di un brano in gran parte occupato dal caso, dagli incidenti, dalle anomalie e dall’aspetto sottile di ciò che ci viene mostrato.
Creatori di poesia
È stato scritto insieme allo scrittore e fisico Augustin Fernandez Malo, nonché al piantagrane Rodrigo Garcia, mentore spagnolo di Gómez Mata e firmatario delle sue prime puntate a Ginevra sotto gli auspici diAlakranI “creatori” guardano con ansia il grande argentino sepolto nella Tomba dei Re, Jorge Luis Borges. Più precisamente, gli anni ’60 che combinano la poesia e la storia in prosa, “The Maker” (“The Maker” in inglese), che può essere letto in francese in Gallimard sotto il titolo “Author and Other Texts” – queste allusioni a “makers” si riferiscono a la parola scozzese “Makar” che significa “poeta”. L’atto principale di questo non è davvero rivelare l’invisibile, sia con una risata, mimetizzandosi in una sciabola poliglotta o … pedalando?
Soraya è morta da quando Oscar Gomez Mata ha interpretato un ruolo in una delle sue provocanti Mirror Ball metafisiche. Dal momento in cui arriva alle 2 in puntoe Cantina Teatro San Gervais Con il suo compagno Juan Laurent (il già citato ex attore Rodrigo García), entrambi ciclisti del Club Philo Ginevra, si misura nuovamente la portata del talento comico del regista “in pensione”. Anche il suo partner si lamenta di questo carisma in più che lo avrebbe quasi sopraffatto. Questa osservazione è stata verificata anche quando i Lascarani, che indossano abiti circassi, incatenano letteralmente il numero di pagliacci sotto i loro ombrelli in una falsa sedia. E ancora quando si trasformano in coltivatori di sciamani, scavano qui, la sensualità del dipinto di Santa Lucia del barocco Francesco Forini, c’è la velocità della luce e il “sogno eterno di un fotone”, altrove “la zuppa primordiale del Big Bang Forse solo alla fine, quando incontra Comrades con zizi nell’aria per mostrarci che “i suoi pensieri, è meglio metterli nelle retrovie”, ci rendiamo conto che oltre a Borges o Godard o Tati, il tandem loda soprattutto l’amicizia che hai stabilito. E in questo vortice di cloruro di potassio e profondità, ha guidato “perché era, perché ero io” a Montaigne e Laboy …
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