Le 35.000 opere di Umberto Eco verranno cedute in prestito allo Stato italiano. Il patrimonio dell ‘“uomo-biblioteca” sarà diviso tra l’Università di Bologna e la Biblioteca Nazionale di Brera, a Milano.
Dopo tre anni di trattative con gli eredi dello studioso italiano Umberto Eco, autore di numerosi saggi accademici di semiotica di cui è pioniere, l’Italia recupera la biblioteca personale dell’intellettuale scomparso nel febbraio 2016, all’84 anni a Milano .
Immenso amante dei libri, lo scrittore, tra gli altri autore di Au nom de la rose, il suo primo romanzo (1980), tradotto in 43 lingue, aveva collezionato decine di migliaia di libri nella sua casa di Milano.
È sotto l’occhio vigile di un comitato direttivo composto da cinque membri che le 35.000 opere saranno suddivise tra due sedi. L’accordo prevede in particolare che venga rispettato l’ordine originario della disposizione dei volumi.
L’Università Alma Mater di Bologna, dove Umberto Eco ha insegnato per più di 40 anni e ha tenuto la cattedra di semiotica, raccoglierà l’archivio e la biblioteca moderna.
Questo prezioso patrimonio accessibile a studenti e ricercatori sarà oggetto di un importante progetto di studio. Questi libri che Umberto ha letto, sfogliato, annotato, arricchito con i suoi fogli di lettura, “questi grandi testi fondamentali che hanno accompagnato la sua opera permetteranno di comprendere lo spirito dell’intellettuale”, precisa Francesco Ubertini, Preside dell’Università. da Bologna.
Il Biblioteca Nazionale di Brera, la Braidense a Milano ospiterà la “Bibliotheca semiologica curiosa, lunatica, magica e pneumatica” composta dai 1.200 volumi più antichi e rari, risalenti al XIX secolo.
“Evangelista di zombi. Pensatore. Creatore avido. Fanatico di Internet pluripremiato. Fanatico del web incurabile”.