Questo testo fa parte del quaderno speciale Piaceri
Nell’estremo sud d’Italia, il “tacco dello stivale” consente di godersi davvero il ciclismo. Tra borghi imbiancati e calette idilliache, città barocche e vigneti nobili, le strade invitano a viaggi a volte contemplativi, a volte meditativi. Panoramica di una settimana in bicicletta nel Salento, tra Matera e Lecce.
Sentire la carezza dell’erba alta sulla gamba, lungo i muretti a secco. Sentire il profumo inebriante degli oleandri, passare sotto i loro rami cadenti. Poi, incrociare il volo dei fenicotteri rosa su un sentiero costiero, prima di ricevere un sorriso da un vecchio dalla pelle segnata dal tempo, seduto su una terrazza: tante situazioni che si vivono solo in bicicletta, quando si esplorano le strade della Puglia.
Magari fosse così: nelle bancarelle dei paesi che costeggiano le strade pugliesi, il gelato al fior di latte non è mai così buono come dopo una bella sudata su due ruote, e lo spritz all’Aperol a fine giornata è tanto più rinfrescante perché guadagnato con la forza dei polpacci.
Senza contare che in un Paese non proprio famoso per le sue spiagge, la Puglia ne ha chilometri e chilometri, e bellissimi; fare un tuffo tra una pedalata e l’altra è tanto piacevole quanto benefico, sotto il sole battente del sud.
Tra il verde e il mare
Regione martellata dal sole ma cullata dalla brezza marina, la Puglia si ritaglia un delizioso angolo nel sud-est dell’Italia. Poco montuosa ma molto rurale, qui verdeggiante, là ruvida come la pelle secca, la regione si presta bene alla scoperta in bicicletta, con le sue basse pendenze, nonostante le strade con asfalto a volte stentato.
Ovunque la vite è regina, ovunque gli ulivi sono tanto contorti quanto virtuosi, aggrappati alle pietre che servono loro da base. Quanti hanno visto passare i conquistatori greci, svevi, angioini o aragonesi, nel corso dei secoli? Diversi, a giudicare dalle dimensioni e dall’età – fino a 3000 anni – di certi antenati dai tronchi screpolati.
Lungo gli 865 km di costa, si incontrano anche alcune città e villaggi fortificati – tra cui l’impetuoso Castro – e un buon numero di torri di guardia, sentinelle da cui venivano scrutati i movimenti del nemico. La Cattedrale di Otranto conserva così tra le sue mura il ricordo di quel giorno del 1480 in cui 813 cristiani che vi si erano rifugiati passarono sotto il filo della spada ottomana, rifiutandosi di rinunciare alla propria fede, come ricordano le loro ossa ammucchiate nella cappella dei martiri.
Passi sorprendenti
Tuttavia, nessuno prova tortura quando pedala lungo le tranquille strade della costa e dell’entroterra pugliese, e scopre splendide tappe come Porto Cesareo o Tricase Porto. Se non fosse per la loro presenza su un percorso ciclabile, si potrebbero evitare questi incantevoli borghi dove ondeggiano le barche dei pescatori. Quanto a Matera, è impossibile non vederla.
Sebbene questa favolosa città si trovi nella vicina Basilicata, la sua vicinanza alla Puglia la rende una tappa imperdibile: i sassi, le sue cavità trogloditiche, sono stati abitati fin dal Paleolitico. Oggi, il suo groviglio di abitazioni è tutt’uno con le sue colline beige, come una gigantesca opera cubista che emerge dalla polvere del Mezzogiorno.
Guidando verso est, nella Valle d’Itria compaiono presto strane costruzioni: sono i trulli, piccole abitazioni circolari con tetti conici, simili alle case degli elfi. Si moltiplicano man mano che ci si avvicina ad Alberobello, dove 1.500 di essi formano uno stupefacente agglomerato di case lillipuziane. Alcune sono abitate, altre sono occupate da un bar che serve primitivo o da un ristorante che offre orecchiette, la tipica pasta pugliese.
Dopo Alberobello, ci si addentra rapidamente tra i vicoli dei borghi, tutti abbaglianti di bianco e di freschezza, e la cui trama si dipana in un labirinto di vicoli e passaggi punteggiati da piccole piazze; perdersi in bicicletta a Locorotondo, Martina Franca e Cisternino è decisamente un procedere lento.
Puglia sul mare
Che siate stanchi o meno, le città e i paesi della Puglia richiedono un minimo di tempo libero. Non c’è dubbio sul fatto di crollare a letto quando ci si può sedere a un tavolo a Gallipoli, una splendida città fortificata dove le mura diventano rosse al tramonto e le spiagge diventano discoteche quando cala la notte.
È impensabile non esplorare gli spericolati passaggi e le scalinate di Ostuni, la “Città Bianca” che sembra scambiarsi per una medina araba o una città delle Cicladi (dopotutto, la Grecia dista solo 125 km, proprio dall’altra parte della strada).
Sulla costa adriatica, le alte scogliere contrastano con le spiagge bionde della costa ionica, mentre la strada è tutta tua con il vuoto che precede il mare. E se le salite in bici sono a volte dure, le discese sono così esaltanti che ti ritrovi subito con i denti asciutti, dal sorriso al vento.
La fine di un mondo
Altrettanta gioia c’è a Santa Maria di Leuca, questa cittadina dalle ville fantasiose e dal promontorio irto di un faro che segna il punto d’incontro tra il Mar Ionio e il Mar Adriatico, tra le luci d’Oriente e d’Occidente.
Più a nord, Lecce splende in modo permanente: il calcare color miele delle sue perle barocche conferisce loro una brillantezza così intensa da abbagliare, anche di notte. In questa “Firenze del Sud”, non c’è bisogno che il sole sia accecato dalla grazia: la luce sembra impregnata in modo permanente nella pietra.
Una pietra così morbida da attenuare persino l’influsso dei secoli, il cui passaggio non si può comprendere meglio che rallentando e prendendosela comoda… in bicicletta.
L’autore era ospite di Ekilib, che non aveva voce in capitolo nel testo.
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