Uno scenario senza precedenti in Francia, ma non in Europa. Il 7 luglio, dopo il secondo turno delle elezioni legislative, e lontano dal “chiarimento” voluto da Emmanuel Macron, nessun gruppo ha ottenuto la maggioranza assoluta. Il Partito di Alleanza Nazionale si è classificato al primo posto per numero di rappresentanti, conquistando più di 180 seggi, un numero lontano dai 289 seggi necessari per ottenere una maggioranza indiscussa.
Gabriel Attal rivolge poi le dimissioni del suo governo al presidente, che le respinge. In attesa Struttura della nuova Assemblea nazionale“, spiega l’Eliseo.
“Fino ad allora, l’attuale governo continuerà ad esercitare le sue responsabilità e ad assumersi così la gestione dell’attualità”, ha spiegato il presidente nella sua lettera del 10 luglio. Questo periodo non è stato definito dalla nostra Costituzione, poiché la Francia era abituata a governi maggioritari sotto la Quinta Repubblica.
E i ritardi con i nostri vicini? In Germania, Belgio, Spagna o Italia, quanto può durare un governo incaricato di “attualità”?
In Spagna, due mesi dopo il fallimento dell’investimento
Nella monarchia costituzionale di Cervantes, l’ultimo governo incaricato di gestire l’attualità risale al… novembre 2023, con Pedro Sánchez. Tra le elezioni legislative del luglio 2023 e quelle del novembre 2023, la Spagna non aveva un governo. Il Primo Ministro socialista non aveva una maggioranza che lo sostenesse in Consiglio.
La Costituzione spagnola prevede questa situazione. Per evitare che la situazione continui, esiste un termine legale di due mesi tra il momento in cui il Re di Spagna avvia la procedura di insediamento del Primo Ministro, che tradizionalmente è il leader del partito che risulta primo nelle votazioni, e la sua nomina da parte la Camera dei Deputati (l’equivalente della nostra Assemblea Nazionale).
Se, trascorsi questi due mesi, nessun candidato avrà conquistato la fiducia dei rappresentanti, il Re dovrà sciogliere il Consiglio e Convocazione di nuove elezioni legislative.
La legge spagnola prevede che il governo dimissionario faciliti il processo di formazione di una nuova squadra, in particolare il trasferimento dei poteri e limitando le sue funzioni alla gestione degli affari correnti (vietando così, ad esempio, di indire un referendum o di sottoporre un disegno di legge al voto).
Nel 2015 e nel 2016, il vicino spagnolo ha impiegato più di 300 giorni per formare un governo. Tra le elezioni generali del 20 dicembre 2015 e del 31 ottobre 2016, Pedro Sánchez e poi Mariano Rajoy hanno avuto le maggiori difficoltà a stabilire un esecutivo. Prima che quest’ultimo riuscisse, grazie a nuove elezioni, dopo 315 giorni al potere nell’“attualità”.
Germania, Belgio, Italia
Per quanto riguarda i nostri vicini tedeschi, belgi e italiani, la Costituzione tace. Come la Spagna, eleggono l’equivalente della loro Assemblea Nazionale attraverso la rappresentanza proporzionale, formando quasi sistematicamente una coalizione per ottenere la maggioranza senza rischiare la censura.
Ma qui non c’è una scadenza per formare il governo. Occuparsi di attualità è la situazione abituale del governo uscente. Sia per diversi giorni… che per diversi mesi.
Dall’altra parte del Reno, la coalizione al governo dal dicembre 2021, composta da socialdemocratici (SPD), verdi (Gronen) e liberali (FDP), ha impiegato due mesi per concordare una coalizione, portando Olaf Scholz al potere. . Il governo guidato dalla cancelliera conservatrice Angela Merkel ha quindi accelerato la questione in corso tra le elezioni di settembre e l’accordo concluso dai tre partiti.
Stesso sistema in Italia I negoziati per formare un governo si sono già rivelati difficili, come accaduto nel 2018. Dopo le elezioni del marzo 2018, ci sono voluti tre mesi perché il Movimento 5 Stelle e la Lega, due partiti di estrema destra, raggiungessero un accordo.
Ma l’esempio più eclatante è quello del Belgio. Tra il 2010 e il 2011, Il Paese è rimasto 541 giorni senza governo Elezioni federali tra svolgimento delle elezioni legislative e voto di fiducia alla squadra ministeriale. Una crisi politica durata quasi due anni. Il 7 luglio, dopo le elezioni legislative, il quotidiano belga ha pubblicato Viene pubblicato anche Le Soir “Un mini-tutorial sui governi di coalizione”, destinato al governo francese. Primo consiglio? “Stai calmo.”
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