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In Italia la discrezionalità della televisione pubblica sulle elezioni legislative francesi suscita polemiche

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In Italia la discrezionalità della televisione pubblica sulle elezioni legislative francesi suscita polemiche

Silenzio radio. Domenica sera, per seguire gli attesissimi risultati delle elezioni legislative francesi, gli italiani non avrebbero dovuto sintonizzarsi sulla RAI. Mentre i suoi concorrenti privati ​​come Mediaset e La7 organizzavano edizioni speciali per la notte delle elezioni, nessuno dei canali generalisti del gruppo audiovisivo pubblico ha ritenuto opportuno farlo. Solo il canale di informazione continua del gruppo, Rainews24, ha seguito i risultati, sebbene abbia intervallato la sua copertura con servizi dedicati a un festival di cui era partner.

Il sindacato Usigrai, che rappresenta la maggioranza dei giornalisti del gruppo, si rammarica che il servizio pubblico “non abbia fatto nulla per dare rapidamente notizia di un voto che riguarda direttamente il futuro dell’Europa”. “Mentre Mediaset e La7 hanno scelto una programmazione ad hoc per dare notizia senza indugio dei risultati del voto, la Rai non si è minimamente interessata alle elezioni francesi”, denunciano in un comunicato.

Stessa rabbia da parte dei parlamentari del comitato di vigilanza dell’emittente, che hanno chiesto spiegazioni ai suoi dirigenti: “È inconcepibile che un evento mondiale come le elezioni francesi sia stato seguito molto più approfonditamente dalle emittenti televisive private che dal servizio pubblico”, ha denunciato martedì la presidente del comitato, Barbara Floridia.

Per i giornalisti, l’impasse della televisione pubblica può essere spiegato dalla scarsa performance del Raggruppamento Nazionale nel secondo turno delle elezioni legislative francesi di domenica sera. Questa è una nuova controversia che si aggiunge alla lunga lista di turbolenze vissute dalla televisione italiana da quando Giorgia Meloni è salita al potere.

Tante polemiche dall’arrivo di Giorgia Meloni

La scorsa settimana, i fischi e i buu rivolti al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sono stati tagliati da una trasmissione RAI. Un video diventato virale sui social media mostra la sequenza trasmessa dal canale, ben lontana dall’effettiva accoglienza riservata al ministro.

Lo scorso maggio, i giornalisti hanno scioperato per difendere la loro “libertà” dai “tentativi” di trasformare il canale in “un megafono del governo” della leader, Giorgia Meloni. In Italia, il servizio pubblico audiovisivo è finanziato in parte da un canone e i suoi direttori sono nominati direttamente dai leader politici. Dall’arrivo alla guida del governo italiano della coalizione di estrema destra, le preoccupazioni dei dipendenti sono raddoppiate.

La presidente della commissione di vigilanza dell’emittente ha chiesto al presidente della RAI “un rapporto urgente e dettagliato sul comportamento del gruppo la sera dei risultati delle elezioni francesi”.

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