Poche ore dopo le dimissioni di Mario Draghi, la Banca Centrale Europea ha presentato la sua strategia per impedire ai mercati di speculare sul debito italiano. Aiuto avvelenato?
Il 21 luglio attendeva con impazienza la conferenza stampa della Banca centrale europea. L’istituzione ha dovuto fornire dettagli sul suo sostegno alle economie dell’eurozona in difficoltà, guidate dall’Italia, che poche ore fa ha visto le dimissioni del suo primo ministro, Mario Draghi. Pertanto la situazione era esplosiva. Perché alla crisi politica italiana si aggiungeva quella economica di fondo: il Paese soffriva di un rallentamento della produttività, e con il suo debito pubblico elevato – il 150% del Pil – si temeva che potesse subire un duro attacco nel futuro. mercati finanziari. In breve, per la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde era in gioco la stabilità finanziaria dell’eurozona, e il problema era più complesso in quanto i paesi frugali dell’eurozona (la Germania è in prima linea) così come i falchi. Quei membri del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea che sono a favore di politiche monetarie più restrittive si sono ribellati contro i nuovi massicci aiuti all’economia italiana senza che gli fosse chiesto alcun compenso in termini di controllo delle sue finanze pubbliche.
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