Se Jarno Trulli avesse potuto scegliere con quale drink innaffiare il suo podio a Monaco, avrebbe sicuramente scambiato lo champagne con il vino. Perché è alla viticoltura che si è convertito il pilota che oggi gestisce la propria azienda agricola in Abruzzo, nel rispetto della tradizione di famiglia. Incontro e intervista casuale con il vincitore del GP di Monaco 2004, a 20 anni dal suo trionfo nel Principato.
Monaco 2004, il giorno d’oro di Jarno Trulli
Vinci solo una gara nella tua carriera in F1 e lascia che quella vittoria sia a Monaco. È il sogno che si è avverato Jarno Trulli nel 2004, appena 20 anni fa. Perché vincere sulle strade di Monte-Carlo, su uno dei tracciati più impegnativi della categoria regina, resta una delle più grandi prove di talento che un pilota possa offrire.
Vent’anni fa Trulli è stato uno dei piloti del team Renault, al quale è entrato nel 2002 su consiglio di Flavio Briatore. Il suo compagno di squadra era un certo Fernando Alonso. Era la sesta stagione dell’italiano in F1, dopo aver iniziato con la modesta Minardi e periodi con Prost e Jordan.
Alla Renault, Trulli ha vinto la sua unica vittoria in F1 e ha disputato delle gare fantastiche. Ma le divergenze con Briatore ebbero la meglio alla fine del 2004, a tre GP dalla fine della stagione.
Toyota, promesse non mantenute
Il resto della carriera del pescarese potrebbe essere all’altezza di quanto vissuto dalla Renault (titolata nel 2005 e nel 2006 con Alonso). Trulli infatti aderisce Toyota guidare una squadra che puntava al titolo mondiale. Ma secondo l’ammissione del pilota, tutto non è andato bene, e il sogno è svanito con l’uscita della Toyota alla fine del 2009, nel pieno della crisi economica.
Il capitolo finale dell’avventura di Trulli in F1 è stato modesto quanto il suo inizio alla Minardi. Questa volta con Corsa del Lotouna nuova squadra che non lascerà mai il fondo della griglia e non segnerà punti. A fine 2012 appese il casco al chiodo e si dedicò a Castoranil’azienda vinicola acquistata con gli amici nel 1998.