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Giro d’Italia: la storia leggendaria del Giro

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Folla sentimentale… I tifosi sono in delirio durante questo Giro del 1949: il duello tra Gino Bartali e Fausto Coppi li dilania. Il confronto è ingigantito da Dino Buzzati, che segue la corsa per il Corriere della Sera. I desolati pendii dell’Izoard, dove Coppi suggellò la sua vittoria in una leggendaria incursione, evocano il suo Deserto Tartaro? Lo scrittore prende i suoi duettisti per Achille ed Ettore, facendone una “scena d’opera”.

La rivalità è mitizzata: come la Francia, che sarà spartita tra Anquetil e Poulidor, l’Italia di “ campionissimo » Coppi e « Gino il pio » non ha nulla da invidiare a quello di Peppone e don Camillo. Grande tour di passione ed eccesso, il Giro si capovolge regolarmente durante una tappa straordinaria. I suoi capitoli gloriosi lo rendono “ foraggio per i romanzi », constata il giornalista Pierre Carrey, che ne ha tratto un libro di consultazione.

Il capolavoro del lussemburghese Charly Gaul al Monte Bondone nel 1956 è quindi per lui un “ precipitato dello sport ciclistico, misto della sua grandezza e della sua perversità Con i fatti d’armi si viaggia verso gli alti luoghi, il Mortirolo di Marco Pantani il maledetto, lo Stelvio del colpo da maestro di Bernard Hinault…

Nella tradizione del grande anziano Pierre Chany e nell’oscuro lirismo di Philippe Brunel che ricamò ne L’Équipe i drammi shakespeariani ambientati sulle pendici transalpine, Pierre Carrey si impone come un figliol prodigo. Anche la leggenda è oscura, non lo nasconde: combinazione di una corsa che ha favorito a lungo gli italiani, del doping, della politica…

Runner ammirati come in un museo

Lanciato nel 1909 da Gazzetta dello Sport come lo era stato il Tour de France di L’Auto sei anni prima, il Giro si distingue dal suo predecessore: “ Il Tour è la corsa più grande del mondo, il Giro è la più bella », ha deciso l’organizzatore Angelo Zomegnan. “ Il Tour è una corsa ciclistica, il Giro è un’avventura », aggiunge nella postfazione Thibaut Pinot, che tanto amava il fascino e l’autenticità di una razza risparmiata dal gigantismo.

Il suo ex compagno di squadra Steve Morabito ha detto che i corridori sono stati guardati come in uno zoo durante il Tour, ma ammirati come in un museo in Italia. Progressivamente conquistato dalla globalizzazione dopo il miglioramento della sua diffusione negli anni di Berlusconi, il Giro coltiva la sua vena emotiva anche nello slogan: “ Amore infinito Forse Tadej Pogačar si lascerà conquistare per un attimo da questo romanticismo durante la giornata di riposo di questo lunedì, immaginandosi trionfante tra due settimane dopo aver fatto la storia nelle mitiche Dolomiti…


Giro
Pierre Carrey
Hugo Tasca
412 pagine
8,50 euro

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