Questa è una notizia che sta facendo colpo in Italia. Il diciottenne Romano Floriani Mussolini, nipote del leader fascista italiano Benito Mussolini, divenne professionista alla Lazio. Figlio di Mauro Floriani e Alessandra Mussolini, ex parlamentare europeo e nipote di Benito Mussolini, il giovane terzino destro sarebbe un giocatore promettente, anche se secondo Mauro Bianchi, suo allenatore alla Lazio Under 18, Mussolini manca ancora un po ‘di preparazione.
“Ha vinto il titolo con l’Under 17, poi l’Under 18. È un ragazzo modesto che non si è mai lamentato, nemmeno quando non giocava da due anni. Sembra promettente. Ma secondo me non è ancora davvero pronto. e ha ancora un buon margine per migliorare per essere dopo quel giocatore realeHa detto Bianchisi Sky Sport Italia. Ma al di là del suo potenziale, è stato chiaramente il suo enorme cognome e la sua discendenza diretta a suscitare molti commenti …
Paura del riemergere del passato
secondo mail giornalieraNella Lazio si potrebbe temere che il nome di Mussolini, riversandosi sulla maglia del giocatore, stia provocando alcuni dei comportamenti inappropriati emanati da un gruppo di ultras storicamente legati all’estrema destra. Il club rumeno ha addirittura sofferto nel 2005, quando Paolo de Canio ha ricordato il saluto “Accurata ideologia politica” (Nel 2016, è stato sospeso dall’aria da Sky per aver indossato un tatuaggio controverso.) Nel 2018 la Federcalcio italiana ha comminato una multa di 50.000 euro alla Lazio dopo che i tifosi hanno disseminato lo stadio Olimpico di poster con la foto di Anna Frank (vittima dell’Olocausto), con indosso la maglia della rivale Roma.
“Voglio solo giudicare il modo in cui gioco a calcio, non per amore del mio nome”.
“Voglio solo giudicare il modo in cui si gioca a calcio, non per il mio nome”. Lo ha detto alla radio Romano Floriani Mussolini Egg Radio. Nonostante il clamore mediatico, Romano aveva almeno il sostegno del quotidiano milanese Gratuito : “Ha iniziato a giocare alla Roma Academy e lì, e stranamente il suo cognome non era un problema per nessuno”.Scrive il giornale. “Ha un cognome? Non ho mai parlato con i suoi genitori, l’unica cosa che conta è se il giocatore vale la pena di giocare. Nient’altro”, ha detto Mauro Biancese, allenatore delle giovanili della Lazio.