“Vergogna”
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Tre strutture di accoglienza migranti gestite dall'Italia potrebbero aprire i battenti in Albania dal 20 maggio. Una politica di delocalizzazione che sta suscitando l'interesse di diversi Paesi europei.
Soccorso non lontano dalle coste italiane, poi trasferito nei campi in Albania. Questo è ciò che attende ogni anno quasi 36.000 uomini e donne, secondo le stime ufficiali. Dal 20 maggio, tre strutture gestite dall’Italia – se la loro costruzione sarà completata entro quella data – elaboreranno le richieste di asilo dei migranti naufragati nel Mar Mediterraneo e intercettati dalle autorità italiane, mentre le persone soccorse dalle ONG non sono interessate da questo sistema.
L'accordo firmato il 6 novembre 2023 tra il primo ministro italiano di estrema destra, Giorgia Meloni, e il suo collega socialista albanese, Edi Rama, si ispira alla politica di esternalizzazione delle procedure di richiesta di asilo avviata dai vari governi conservatori britannici negli ultimi anni e si è concretizzata lunedì sera con il voto su una legge guidata dal capo del governo britannico, Rishi Sunak. I tre eletti si sono incontrati anche nel dicembre 2023 per dimostrare la loro convergenza riguardo alla lotta anti-migranti, ponendo le basi per un possibile contagio all’interno del paese.
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