Lo Stato islamico (Isis) ha ucciso 28 soldati siriani e combattenti filogovernativi in due attacchi compiuti in aree della Siria controllate dal governo, secondo un nuovo rapporto pubblicato venerdì dall'Osservatorio siriano per i diritti umani.
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Nonostante la sconfitta territoriale in Siria nel 2019, il gruppo estremista, i cui membri sono asserragliati nel vasto deserto siriano, continua a compiere attacchi mortali, prendendo di mira principalmente le forze filogovernative e a guida curda, alleate di Washington.
Nel primo attacco di giovedì sera, “22 soldati dell'esercito regolare e combattenti di una fazione filo-governativa sono stati uccisi quando i jihadisti dell'Isis hanno aperto il fuoco su un autobus militare nella provincia orientale di Homs (centrale)”, secondo l'Osservatorio, un'organizzazione non governativa. organizzazione con sede nel Regno Unito e con una vasta rete di fonti nel paese sono in guerra.
Ha aggiunto che la maggior parte dei morti erano membri di una fazione chiamata “Brigata Al-Quds” che include combattenti palestinesi.
A est, vicino al confine con l’Iraq, “sei soldati siriani sono stati uccisi in un altro attacco dell’Isis contro una base vicino ad Albukamal”, ha detto l’Ong, aggiungendo che due soldati sono stati rapiti.
Un precedente rapporto affermava che 20 persone erano state uccise in questi attacchi.
I media ufficiali siriani non hanno menzionato immediatamente gli attacchi.
Secondo l’Osservatorio, alla fine di marzo gli jihadisti dell’Isis hanno “giustiziato” otto soldati siriani dopo un’imboscata.
L’Isis ha preso il controllo di vaste aree della Siria e dell’Iraq nel 2014, ha dichiarato un “califfato” e ha intrapreso un regno di terrore prima di essere sconfitto nel 2019 da una coalizione internazionale anti-jihadista guidata dagli Stati Uniti e dalle forze curde.
Dall’inizio dell’anno, secondo l’Osservatorio, più di 268 soldati e combattenti fedeli al governo sono stati uccisi in attacchi, imboscate e bombardamenti dell’Isis, soprattutto nei governatorati di Deir ez-Zor, Homs e Raqqa.
La guerra in Siria, scoppiata nel 2011 in seguito alla brutale repressione delle manifestazioni a favore della democrazia da parte del governo, ha provocato oltre mezzo milione di morti e milioni di sfollati.
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