Il gruppo si esibirà al Kiwi di Ramonville questo sabato sera. Presenteranno la loro nuova creazione “Matizia”, sviluppata in collaborazione con Silo +, un centro di creatività collaborativa dedicato alla musica mondiale e tradizionale in Occitania.
Nel piccolo villaggio costiero di Termoli, nel sud Italia, Matezia è il nome dato al maltempo che arriva all'improvviso. Un colore grigio può rovinare improvvisamente una giornata estiva, per poi scomparire in pochi minuti e lasciare dietro di sé un nuovo paesaggio. Da qui l'ispirazione per il nome di questo nuovo spettacolo.
“È un omaggio ai paesaggi sonori della musica tradizionale italiana che ne mettono in discussione il potere e la raffinatezza”, spiega Cinzia Menotti, leader del gruppo. In questa creatività si intersecano l'estetica e le melodie della musica tradizionale e attuale. I testi nei dialetti locali sono accompagnati da una base musicale raffinata e poliritmica.
Alberi Sonori è un progetto musicale nato in Italia nel 2010, sotto la guida di Cinzia Menotti e Giuseppe Ponzo. Il loro desiderio è sempre stato quello di lavorare con la musica tradizionale come materiale dal vivo. “La parola 'tradizione' significa 'trasmissione', ma significa anche 'tradimento'. Quando la musica viene trasmessa o riprodotta, c'è necessariamente un elemento di tradimento, con la sua interpretazione e l'influenza di una nuova generazione”, analizza Cinzia Menotti. Crediamo che la musica tradizionale sia qualcosa di immutabile, anche se cambia sempre nel tempo. »
La musica come “albero sonoro”
Quindi il simbolismo del nome del gruppo diventa molto chiaro. Alberi sonori significa “alberi sani” in francese. “L'albero è ancorato alla terra ma può viaggiare. Ha le sue radici e anche i suoi rami, che puntano verso il cielo e possono produrre semi che volano in un altro luogo, verso un altro mondo. Questa è l'immagine della musica tradizionale.”
Nel corso degli anni il gruppo si è evoluto e ha viaggiato. Cinzia Menotti e Giuseppe Ponzo hanno lasciato l'Italia nel 2018 per unirsi al Tolosa. “Volevamo fare il nostro lavoro artistico. In Italia è molto difficile guadagnarsi da vivere con la propria musica”, racconta. Oggi, con Livia Giafrida e Valeria Vetrano, sono in quattro sul palco.