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Cinema. “Venezia non è in Italia” di Ivan Kalperak: Un film che vi renderà felici

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Cinema.  “Venezia non è in Italia” di Ivan Kalperak: Un film che vi renderà felici

Pubblicato il 10 giugno 2019 alle 11:33 – Ultimo aggiornamento il 29 ottobre 2022 alle 11:58

Il fucile stimato non è in Italia foto benoit poelvoorde eugene marcuse helie thonnat valerie bonnetoncopieIl fucile stimato non è in Italia foto benoit poelvoorde eugene marcuse helie thonnat valerie bonnetoncopie
Secondo il vecchio detto: “Non sarai mai servito così bene come lo sei tu stesso“Evan Kalperak ha appena portato il suo libro sullo schermo.”Venezia non è in Italia» che egli stesso ha adattato per il teatro e lo ha diretto lui stesso, con l'imponente Thomas Soliferis che interpreta tutti i personaggi sulla scena. Lo stesso Thomas Soliveris, che ha ampliato la sua attività di attore, ha registrato l'intero romanzo per la raccolta Ascoltare per leggere di Gallimard in una lettura sobria, toccante, divertente e attenta. E lo diciamo subito, questo lungometraggio portato in vita da un cast d'eccezione è una meraviglia! Ivan Calperac non è certamente Almodovar, né Tarantino, né Bergman, né Tavernier, né René, né Demy. Non è un insulto nei suoi confronti suggerire che non si dimostra qui come un regista eccezionale. ma comunque ! Un eccezionale regista di attori, un narratore che può commuoverci dalle risate alle lacrime di minuto in minuto e un brillante sceneggiatore, Ivan Kalperak tocca i cuori di tutti. Inquadrature attente, ambientazioni che si inseriscono nel racconto come veri e propri motori della narrazione, non certo come elementi decorativi, la splendida fotografia di Vincent Mathias, e l'ulteriore contributo della musica che enfatizza la psicologia dei personaggi, alla quale siamo debitori a Laurent Aknin, ci stiamo divertendo più che bene. La prima qualità di Ivan Kalperak è la sua dote di empatia, poiché è lui che qui evoca la lotta di classe in modo leggero, serio, allegro e potente. La seconda è accompagnare, attraverso testo e immagini, la canzone di Claude Lemille cantata da Serge Reggiani (un successo che non sentiamo mai nel film), con ammiccamenti (si parla ad esempio di un biglietto di sola andata per Melun), con un preferenza per il loro utilizzo in particolare durante i titoli di coda,”Voleva che la chiamassi Venezia» Eseguita da Julien Clerc con testi di Etienne Roda-Gilles. Il terzo punto di forza del regista è quello di aver saputo presentare Benoît Boilford nel ruolo del padre, Valérie Boneton in quello della madre, e la straordinaria Hilly Thonet nel ruolo del figlio, il narratore del romanzo, in ruoli che eguagliare il loro talento. La loro energia e il senso di cancellazione. E poi c’è la stessa storia che Ivan Kalperak ha caricato sul numero”Venezia non è in Italia» In Livre de Poche ha l’opportunità di apportare alcune correzioni basandosi sull’esperienza di questa fase, che è allo stesso tempo il momento in cui le vendite del libro esplodono (supera le 120.000 copie). “Quindi, sulla base di tutte queste esperienze, mi sono lanciato, insieme ai produttori, nell'adattamento cinematografico perché mi sentivo ancora frustrato da questa storia in parte autobiografica e dalla necessità di dare corpo a questi personaggi. Ho sempre sognato di fare un road movie», precisa il direttore. Ebbene, l'ha preso. Ma torniamo alla sinossi del film: la famiglia Chamodot è immaginaria e inclassificabile. Bernard, il padre, è un po' matto, costringendo tutti a vivere in una roulotte, e la madre, Annie, tinge di biondo i capelli di suo figlio Emil, perché a quanto pare è più bello così!!! Quando Pauline, la liceale amata da Emil, lo invita a Venezia per le vacanze, l'adolescente è elettrizzato. L'unico problema, e quello grosso, è che i genitori hanno deciso di accompagnarlo con la loro roulotte, in un viaggio tanto incredibile quanto primitivo. Una bella storia che sta nella mano, regalando sorprese in ogni capitolo. Qui troviamo il potere del disegno psicologico che Ivan Kalperak ha dimostrato nel suo precedente articolo “Studente e signor Henry» Che offriva i ruoli d'oro di Claude Brasseur e Noémie Schmidt. Un film che ci rende felici e ci fa amare la vita. Un inno anche alla tolleranza. Nel ruolo del padre del direttore d'orchestra Pauline, personaggio assolutamente insopportabile e compiaciuto di sé, il geniale Nicolas Brianson, uomo di scena se mai ce n'è stato uno, riesce a far emergere la verità del suo eroe in un solo sguardo. Proprio come gli altri attori! E ricordiamo che Evan Kalperak è anche regista e co-sceneggiatore degli spettacoli del comico Michael Hirsch, l'ultimo dei quali è “Cado, quindi esisto» Che si troverà dentro Fontana d'argento Ad Aix-en-Provence dal 12 al 14 giugno alle 19.15 il mercoledì e ogni luglio ad Avignone al Théâtre du Roi-René alle 18.50.
Jean-Remy Parland
“Venezia non è in Italia” di Ivan Kalperac, libro tascabile e lettura del testo integrale di Thomas Soliveris. 1 CD MP3 delle Edizioni Gallimard.

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