Ammetto che il necessario dibattito sull'immigrazione mi ispira un misto di gioia e disagio.
Joy First: questa discussione è essenziale.
La migrazione di massa sta destabilizzando la nostra società – e le società occidentali in generale.
Esercita una pressione insostenibile sui servizi sociali, sulle scuole e sul sistema sanitario, oltre a creare una crisi abitativa. La migrazione di massa ci impoverisce.
Senza contare che contribuisce alla minoranza demografica della storica maggioranza francofona del Quebec.
E questo senza contare il fatto che rappresenta, nel nostro caso specifico, uno strumento a disposizione del regime canadese per porre un freno demografico al futuro politico del Quebec. È giunto il momento di discutere ed è giunto il momento di parlare con franchezza.
Coscienza della salute!
Poi il disagio. Molti di coloro che aprono gli occhi in questo momento si sono permessi per anni di insultare chi parlava di immigrazione.
Oggi sono molto chiari, ma solo pochi mesi fa avevano solo una parola sulle labbra: razzismo! In caso di necessità, possono anche dire “intollerante”, “xenofobo” o “chiuso”.
Oggi vogliono che dimentichiamo il loro fanatismo di ieri e anche la loro cecità.
Possiamo intuire la loro risposta: le circostanze ce lo costringono. Questa è la situazione che si stava per sviluppare.
Turnover sfortunato. Dovrebbero scusarsi.
Lezione
Dobbiamo imparare collettivamente una lezione da questo: coloro che professano un’etica della diversità vogliono che dimentichiamo che ci hanno portato al disastro.
Detto questo, non dovremmo essere cattivi giocatori: finché questi sostenitori dell’ultimo minuto della chiarezza sull’immigrazione correggeranno i loro modi, o si libereranno definitivamente dei loro insulti, la nostra società farebbe bene a togliere la testa dalla sabbia.
È un peccato dover arrivare fino all’orlo dell’abisso per rendersene conto.
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