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estradizione in Italia annullata per errore procedurale

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La Corte di Cassazione ha annullato martedì la decisione di estradare Edgardo Greco, un italiano condannato all'ergastolo nel suo paese per diversi omicidi legati alla mafia calabrese.

Le Figaro Lione

In una sentenza pubblicata martedì, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d'appello di Lione sull'estradizione di Edgardo Greco, il pizzaiolo italiano in fuga dal 2006 e sospettato di appartenere alla 'Ndrangheta, la mafia calabrese.

I giudici della massima corte francese hanno seguito le argomentazioni della difesa di Edgardo Greco che hanno sollevato un'irregolarità nella decisione della camera d'inchiesta di Lione, poiché i giudici che hanno partecipato all'interrogatorio non sono gli stessi che hanno firmato il verbale. “Nel verbale dell'interrogatorio del 30 marzo 2023 la Camera d'inchiesta era composta dal Sig. Pisana, presidente, dalla Sig.ra Fouché e dalla Sig.ra Palle, consiglieri, (…) e durante i dibattiti e deliberazioni, dal Sig. Pisana, presidente , Sig.ra Fouché e Sig.ra Duval, consulenti; tale che il procedimento non è regolare e la sentenza non soddisfa, nella forma, le condizioni essenziali della sua esistenza giuridica», scrive la Corte di Cassazione nella sua decisione. La Corte ha seguito il parere dell’Avvocato Generale che ha riconosciuto l’irregolarità della procedura nelle sue conclusioni come abbiamo scritto a fine novembre 2023.

La sua difesa ne chiede il rilascio

Edgardo Greco è stato condannato all'ergastolo nel 2006 in Italia per aver commesso diversi omicidi per mafia negli anni '90. Omicidi che lui, però, ha sempre negato. Nel 2021 è stato identificato tramite un software di riconoscimento facciale in seguito alla pubblicazione su internet di un articolo sul quotidiano locale di Progresso annunciando l'apertura della sua pizzeria a Saint-Étienne. Ora detenuto nel carcere di Lione Corbas, l'uomo che dice di temere per la sua vita in caso di estradizione, si è detto pronto a scontare la pena in Francia.

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Il suo avvocato David Metaxas ne chiede ora il rilascio. “È detenuto senza diritti né titolo ormai da un anno, quindi deve essere rilasciato. O lo fa la procura generale, oppure domani io stesso presenterò richiesta di scarcerazione“, ha indicato al Figaro. La questione va ora rinviata”la Corte d'appello di Lione è diversamente composta», indica la Corte di Cassazione. Una formula consueta ma che qui assume uno spessore tutto nuovo.


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