L’Italia potrà competere ai Giochi Olimpici di Tokyo con i suoi simboli (bandiera e inno) dopo aver evitato eventuali sanzioni del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che ha disapprovato la perdita di autonomia subita dal Comitato Olimpico Italiano (CONI) in seguito una legge approvata nel 2018 dal governo del giorno.
LIl presidente del CIO Thomas Bach ha annunciato mercoledì, all’indomani di un nuovo decreto adottato dal governo italiano, che “la vicenda CONI è chiusa”.
Thomas Bach ha sottolineato che sospendere il CONI e impedire agli atleti italiani di gareggiare nei loro colori nazionali era davvero un’opzione se il governo non avesse agito in extremis. “Eravamo pronti, non c’è dubbio”, ha detto Bach. “Dobbiamo applicare le stesse regole e trattare tutti in modo equo”.
Il governo italiano ha approvato martedì un decreto che dà autonomia al suo Comitato Olimpico. L’Italia era nel mirino del CIO a causa di una legge approvata nel 2018 dal governo italiano che ha privato il CONI di parte della sua autonomia. Nasce così un nuovo ente pubblico, “Sport e Salute”, con la conseguenza che il potere politico controlla i destini del movimento olimpico italiano, vigilando in particolare sul suo finanziamento.
Il CIO “molto soddisfatto”
“Il decreto adottato risponde alle nostre preoccupazioni circa l’autonomia e il ruolo del CONI. Siamo molto soddisfatti del decreto e chiuso il caso CONI ”, ha spiegato Bach.
L’Italia ha rischiato un ammonimento o una sanzione più pesante, che potrebbe arrivare fino alla sospensione del CONI e quindi all’assenza della bandiera italiana alle Olimpiadi di Tokyo, come nel caso russo. Gli atleti italiani avrebbero dovuto quindi partecipare come “indipendenti”, sotto un’insegna neutra. Una prospettiva ora evitata, quindi. “Non solo sono sollevato ma anche felice per gli atleti italiani”, ha aggiunto Bach, che ha espresso la sua “ammirazione per il modo in cui gli atleti italiani hanno reagito durante la pandemia e hanno incoraggiato il loro popolo”.
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