Thomas Siniecki, Media365: pubblicato martedì 19 dicembre 2023 alle 11:57
Thiago Motta brilla sulla panchina del Bologna in questo inizio di stagione, dove le sue idee diventano tutt’uno con i giocatori che lo seguono a occhi chiusi.
Mai, dal 1995 e dall’istituzione della vittoria da tre punti, il Bologna ha contato 28 unità in sedici partite di Serie A. Quarti in campionato davanti a Napoli, Fiorentina, Atalanta o Roma o addirittura Lazio, i bolognesi sono portati da una guida non ultima: un certo Thiago Motta. Dopo essersi fatto conoscere sulla panchina della squadra riserve del PSG in Youth League, nel 2018-2019, tentando poi una prima avventura presto interrotta al Genoa, ha potuto finalmente cimentarsi nel 2021-2022 allo Spezia. . Per la sua prima stagione completa su una panchina d’élite, ha assicurato il mantenimento prima di partire per il Bologna nel settembre 2022, in un contesto inizialmente complicato poiché ha sostituito il compianto Sinisa Mihajlovic, che morirà di leucemia tre mesi dopo. tardi. Il serbo sarebbe sicuramente orgoglioso del suo successore.
Graziani: “Tra lui e la sua squadra bastano pochi gesti”
Per il suo agente Dario Canovi (per TVplay), “potrebbe fare a Bologna quello che Gian Piero Gasperini ha fatto all’Atalanta qualificando la società alla Champions League”. Se l’ex club di Giuseppe Signori, semifinalista di Coppa Uefa nel 1999 contro l’Olympique Marsiglia, volesse davvero approdare in C1 con il suo nuovo mentore, sarebbe senza dubbio necessario trasformare il test in realtà in questa stagione. Perché Motta, molto presto, sarà inevitabilmente corteggiato da un gran numero di club, e non solo in Italia. Il PSG, ad esempio, tiene necessariamente un occhio più che attento.
Francesco Graziani, campione del mondo 1982, si dice “impressionato” (per il Corriere di Bologna): “Gestisce la sua squadra senza essere protagonista, è a bordo campo ma non si stanca urlando. Tra lui e la sua squadra , bastano pochi gesti. Lui è concentrato e riflessivo, fa giocare la sua squadra con libertà di mente anche se non ha grandissimi giocatori. Ci sono tanti elementi buoni, magari sconosciuti a chi segue il calcio”. Adorato dai suoi giovani così come dal suo direttore sportivo Marco Di Vaio, altro ex nazionale italiano, Motta sta lanciando la sua carriera da allenatore a un punto che forse non immaginava nemmeno, almeno non così velocemente.
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